Martedì 09 febbraio 2016
Ieri nel calendario liturgico si faceva memoria di santa Bakhita, ragazza fatta schiava in Sudan e riscattata da un italiano di passaggio a Karthum.
Lei è la patrona della nostra scuola materna. Abbiamo vestito circa 80 bambini-e con una bella magliettina gialla e accompagnati in chiesa dove padre Gianni ha presentato la vita di quella ragazza diventata libera e cristiana e infine suora canossiana. Il suo corpo è visibile nel convento canossiano nella città di Schio. Dopo una breve preghiera abbiamo fatto vedere una parte del cartone animato africano Kiriku, un bambino che salva il suo villaggio. Infine c’è stato un buon piatto per tutti. Pochissimi genitori capiscono e collaborano nell’avvenire della scuola materna. I bambini sono pieni di voglia di apprendere.
Martedì 16 febbraio 2016
Ieri sera, come d’abitudine il lunedì, noi comunità comboniana ci troviamo per pregare i vespri e poi scambiarci delle riflessioni sul nostro vivere locale. Padre Romano ci ha presentato il programma di appuntamenti dell’anno 2016 per il Centro Pastorale e Sociale, mentre padre Gianni e io abbiamo presentato altri punti quali l’assicurazione della macchina e della moto e i due raduni in programma fra giorni con gli agenti pastorali delle varie comunità cristiane: cappelle e centri di ascolto. Non è sempre facile capirsi e confrontarsi. Da gennaio sto uscendo ogni fine settimana per visitare i villaggi. Sento quanto sia lento lo scambio di idee e quanto poco noi comunità comboniana siamo presenti nel tessuto sociale e in sintonia con le persone.
Mercoledì 17: stamane subito dopo la messa alle 6,45 papà Clement, responsabile del Centro di ascolto Saint Etienne mi ha accompagnato al capezzale di un morente. Si chiama Jean-Claude di circa 40 anni. Aveva ripreso a ricevere la Comunione a Natale. Era ridotto ad un scheletro. Ha avuto la forza di stringermi la mano ed emettere alcune parole e poi ricevere un pezzetto di particola. Poi cessò di respirare. Mori’in pace, sereno e cosciente. Bello. Ora è nell'aldilà ad aspettare noi altri. Pochi minuti dopo, una volta fissata una stoffa al mento e composto il corpo, la campana del quartiere, un cerchione di macchina, suonò dando l’annuncio del decesso. Dopo qualche attimo di raccoglimento, qualche pianto cominciò a farsi sentire nel cortile. Io rientrai presto a casa dopo avere pronunciato ai vicini: “pole”, cioè condoglianze. La gente ha l’abitudine di passare ore o nottate ma anche giornate nel cortile del defunto.
Il mio nome in Congo è Sisko, da “Francisco” spagnolo. Fui obbligato a modificare il mio nome al mio primo arrivo in Congo per evitare equivoci con altri confratelli. Ecco quindi apparire in una foto il mio secondo nome.
Oggi, venerdì 19, alle 16,30, abbiamo celebrato la Via Crucis in chiesa. C’era un bel gruppo di persone. Padre Romano ha guidato la celebrazione: é la sua settimana di servizio in chiesa. Questa preghiera aiuta a meditare il mistero della sofferenza per amore!!
Sabato 20: da ieri abbiamo problemi con la nostra parabolica internet. Noi prendiamo il segnale proveniente dall'Uganda. Sospettiamo che le forze di sicurezza ugandesi abbiano interferito sulle comunicazioni a causa delle elezioni politiche. Quindi ora il sistema o è lentissimo oppure è bloccato. Proviamo molto disagio nel non potere comunicare come prima.
Prima visita-safari al villaggio Sede
Centro Pastorale e Sociale: padre Romano e confratelli
Centro Pastorale Paolo VI, ingresso
Padre Sisko e Gianni davanti alla chiesa
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