giovedì 17 settembre 2009

Il Vangelo penetra nella foresta



Oggi sono stato a visitare un villaggio della tribù Mgbetu.Si chiama, Nekpakpalakpa. Ci vogliono quasi due ore di viaggio in moto. Sono circa 32 km. Al km 20 un adulto,responsabile del settore pastorale,Beli, mi ha accompagnato.Poichè ci andavo per la prima volta, desideravo essere accompagnato. La piccola comunità non riceveva la visita di un prete dal novembre scorso. C’è una scuola elementare. Quasi un mese fa avevo mandato una lettera con la data della mia visita. Erano in tanti ad aspettarmi.Il villaggio appartiene ad una parrocchia gestita da preti diocesani locali. Da Novmbre scorso loro hanno abbandonato la parrocchia e cosi pure le suore locali. Un conflitto tra il capo locale che aveva sollevato parte della popolazione contro i consacrati si era creato e ora è in fase di risolversi. Oggi ho programmato con la gente una mia visita di cinque giorni alla terza settimana di ottobre. Lascerò Isiro il martedi a 6h30 e rientrerò sabato sera per le 18h. Un papà mi aspetterà al km 30 per benedire delle tombe a 300m dalla strada pricipale e poi mi accompagnerà tutta la giornata.  Porterò con 4l di H2O e poi ne farò bollire sul camino. Oggi La gente mi ha ascoltato con interesse. Avevo guidato un’ora di colloquio con gli adulti. Durante la messa mi sono permesso di fare una predica di 20’ intorno a Gesù che guarisce il sordo muto.L’attenzione eraa buona. Abbiamo cominciato la preghiera della Messa a 12h 20. Cantavano canti interminabili. La messa durò due ore e mezza. Potevo pranzare alle 12h20 una volta terminato di praticare il sacramento del perdono ma ho preferito incominciare la messa per non perdere la tensione in seguito al pranzo. Cosi ha mangiato manioca, banana cotta e pollo solo alle 15h45.
Forse la persona più  stanca alla fine della messa era proprio il sottoscritto. La pioggia ci ha oscurato il cielo e la lettura era divenuta faticosa all’interno della chiesetta in fango e foglie sul tetto. Intorno alla chiesetta c’erano maiali liberi e galline e capre che rendevano l’ambiente veramente campagnolo. C’erano dei bambini  molto belli, ben vestiti, svegli e molto attenti.
Una breve pioggia arrivò  mentre eravamo ancora in preghiera. Non ci disturbò molto ma portò  frescura e anche disagio alle persone vestite leggere. Il tetto era in foglie di rafia. Era stato ben fatto.
C’era aria di festa. Ripartii dopo avere stretto molte mani calorose e occhi felici. Avevo passato sei ore tra di loro. Ora sento la stanchezza della giornata.