sabato 11 aprile 2015

Note Sparse


Dungu, venerdì 10 aprile 2015 ore 21.

Mentre in Italia, quando cala la notte, comincia un altro “giorno” qui invece la gente si ritira nel suo cortile.
Penso a come ho passato la giornata e che cosa mi potrà’ arrivare domani. 
Stamani ho aiutato un pochino a maneggiare dei tubi e travetti in legno per spostare e collocare alcune vecchie lastre di cemento armato su una nuova buca profonda 4,50 m per costruire un nuovo wc con due cabine. Avevo aiutato poco ma mi accorgo che comunque avevo fatto uno sforzo fuori del normale.
Sara’ l’ultima opera che la comunità’ parrocchiale avrà’ col nostro aiuto esterno economico. Abbiamo fretta di concludere alcune opere strategiche come il wc. Chiedemmo alla gente di scavare gratuitamente la buca. Ci fu poca collaborazione e cosi passarono dei mesi per raggiungere quei pochi metri. Le strutture parrocchiali sono sentite da tanti come di tutti ma anche di nessuno. Sarà un wc senza porte ma chi l’occupa avrà la cura di segnalare la sua presenza tramite un bastone posizionato in diagonale all'ingresso che sarà a elle. Le porte costano molto capitale e le termiti sentono lontano e aggrediscono tutto ciò che sa di legnoso.

Ieri mattina presto alle 6h ero andato nel quartiere a 500 m in un cortile dove ogni settimana si riuniscono una quindicina di persone in modo indistinto per meditare sul vangelo della domenica passata e scambiare alcune notizie locali. Bambini, anziani e qualche adulto e giovane arrivano con la loro seggiolina per fare cerchio e ascoltarsi. Non mancano qualche pezzo di tronco o canna di bambù per essere usati come panca. Eravamo pochi, che una dozzina. Molti – essendo il tempo della semina – dormono nella campagna lontana alcuni km. In questo gruppo si parla molto la lingua vernacolare, lo zande. La guida facendo attenzione a me ospite usava anche la lingua franca regionale. Le preghiere del mattino e la Bibbia erano nella lingua franca cioè il lingala. Spiegai di nuovo il passaggio biblico della domenica di pasqua. Molti invece di fare un commento intervengono formulando una preghiera e in zande che io di proposito non appresi. Rientrando veloce a piedi una bambina forse di nove anni mi si avvicinò e mi regalò un frutto mango, uno dei primi della stagione. Le feci un bel sorriso e la ringraziai, era accompagnata da due altri fratellini. Cosi lungo il cammino salutavo in modo sbrigativo cioè senza dare la mano, altre persone. Passando per la piazza del mercato che ci separa dalla parrocchia alzai la voce per raggiungere una ventina di persone e salutarle mentre aspettavano i primi clienti alle ore7. La vita qui è semplice ma tende inevitabilmente a trasformarsi e in bene e in male secondo le influenze esterne.