venerdì 24 ottobre 2008

Dungu, martedi 21 ottobre


Dal lato Nord di Dungu ancora ieri mattina arrivava la notizia che la LRA è uscita nel villaggio di BANGADI -6000 abitanti- la domenica mattina ancora notte. La popolazione ormai sospettosa e già tesa per altri avvenimenti dei dintorni ha reagito e cacciato la LRA. Si parla di sette morti tra la popolazione e di altri tra la LRA. Delle piccole milizie composte di giovani e giovani adulti si sono formate nei grossi villaggi come a Dungu, Ngilima, Bangadi, Doruma. I soldati congolesi sono arrivati a Ngilima -45km da Dungu- ,solo lunedì 13 scorso alla sera. Sono 60, ma nel villaggio di Bangadi -80km dopo a nord- non ci sono ancora. Il giorno del mercato è propizio per la LRA per piombare sulla gente e fare incetta di mercanzie e obbligare alcuni come donne o ragazzini a trasportare il bottino. Gli uomini vengono uccisi. Non so se a Bangadi qualche persona sia stata portata via colla forza nonostante la reazione di alcuni della gente. Un certo numero di persone sono scappate da Bangadi verso il villaggio di Niangara a 80 km Ovest. Sabato sera nella nostra piazzetta del mercato c’era alcuni fanti congolesi. Credevamo si fermassero tutta la notte e invece appresi che verso le 21h si ritirarono nel quartiere del Centro Dungu in un cortile protetto. Era quello degli Osservatori ONU (MONUC) divenuto centro di riferimento militare. Vorremmo che fossero più vicini alla gente cioè presenti anche di notte nel nostro quartiere. Si parla di creare tanti posti di osservazione militare sul territorio ma intanto la paura logora gli animi. Tanti guardano alla Missione: se i padri, fratelli e suore non sono scappati, allora è segno buono, cioè c’è abbastanza sicurezza anche per gli altri.

giovedì 16 ottobre 2008

Ottobre Missionario


Mi trovo nella cittadina di Dungu in Congo a 120 km dalla frontiera Est, quella sudanese. Sono qui in prestito, solo per qualche mese, giusto il tempo per le vacanze e eventuali cure mediche del confratello Sergio, di Recoaro Terme (TN). In comunità ora e della comunità c’è solo Javier, parroco. Lui è spagnolo, dei Pirenei baschi. Ciascuno di noi ha già accumulato più di 10 anni di permanenza in Congo. La comunità sarà completa a fine novembre con l’arrivo di un terzo confratello, il cui nome non è ancora ufficiale. Io arrivai in Congo per la prima volta quando avevo 30 anni. Fui ordinato prete nella diocesi di Padova nel 1981. Atterrai il primo novembre 1984 alla capitale Kinshasa. Il giorno dopo decollai verso l’interno del Paese, 1500km a est. Restai 3 giorni nella cittadina di ISIRO e poi in macchina, con un fuoristrada -non di lusso come in Italia si vedono- feci 300km con due tappe di pernottamento, per arrivare alla missione Duru, dove là cominciai a studiare e balbettare una nuova lingua, il lingala. Arrivai intontito e abbastanza spaesato. La comunità dei confratelli comboniani mi accolse bene e alla sera ci bevemmo una birra -cosa ora divenuta rara- prodotta nella nostra cittadina di Isiro usando riso dei campi locali. Ora la birreria non esiste più. Il Paese Congo vive uno stato di sfascio progressivo delle sue infrastrutture. Le cause sono tante ma una è nella mentalità della gente che sta molto lentamente cambiando. Le strade sono quasi impossibili. C’è una certa solidarierà locale clanica specie all’occasione di lutti e quando c’è da curare una malattia. Tante volte si tratta di un aiuto obbligatorio pena la maledizione o ritorsioni. Giorni fa, mi è piaciuto il gesto e il ragionamento di una donna, anziana, vive nel suo cortile sola ed è cieca. Si chiama Germaine. Ci chiese di procurarle un giovane di fiducia che scali due palme della suo cortile e abbatta un regime di palma, divenuto maturo. Un frutto sarà per la parrocchia e l’altro per lei. Ha mostrato una generosità, nonostante la sua povertà, che altri non hanno e che merita essere additata ad esempio. Dei vicini a turno l’accompagnano alla chiesa che non è troppo lontana. Qualche volta arriva alla Santa Messa anche durante la settimana, alle sei del mattino. E’ l’occasione di scambiarsi qualche saluto e poi ognuno parte al suo lavoro o alla scuola che comincia alle 7h30 e 8h alle elementari. In Italia in questo mese di ottobre si promuovono molte iniziative di carattere “missionario” per ricordare la dimensione missionaria della nostra Fede cioè di gente che testimonia in Gesù Cristo una nuova solidarietà e senso alla vita. Mancano tanti confort –luce, strade asfaltate, acqua potabile sicura- e servizi sociali come scuole e ambulatori decenti ma la voglia di vivere non manca.
Che cosa è l’ottobre missionario qui tra gente sfollata a causa della vicina guerriglia LRA e con paura del peggio? Il richiamo degli insegnamenti di Gesù è di grande aiuto per portare pace nella mamma che ha perduto due figli uccisi dai guerriglieri. L’esempio della vita di Gesù diventa antidoto e freno alla voglia di rispondere alla violenza colla violenza cioè vendetta. Una sera, erano le 18h30 rientravo coll’auto dopo avere accompagnato le suore domenicane in un convento più sicuro, ho incrociato due giovani del quartiere con un fucile artigianale. Mi sono fermato a salutarli e chiedere quali erano le loro intenzioni. Si erano costituiti in milizia per proteggere il quartiere. Ho ricordato loro che anche il nemico è un uomo e figlio di Dio, che ha subito il lavaggio del cervello e che fu strappato dai banchi di scuola e poi drogato. Ma Dio ha messo dentro di noi il DNA della fraternità. Dunque impediamo la violenza e usiamo la misericordia. Ricordo che quasi 100 alunni di più scuole il 17 settembre nel territorio della parrocchia di Duru furono rapiti e ora rischiano di subire la stessa sorte cioè divenire a forza di percosse e droga altri LRA. Un cristiano è missionario nel suo popolo se s’impegna a vivere controcorrente tra la sua gente. Ciò qui significa prendere le distanze da chi ha propositi vendicativi. Anzi la solidarietà verso chi ha perso tutto s’impone molto di più. Molte famiglie hanno accolto degli sfollati. E in Italia? Dove sono i cristiani, missionari? Un cristiano non può essere indifferente nei discorsi tra amici o colleghi. Il mandato di Gesù ..andate e predicate.. deve essere nelle vene di ogni credente. Però come il Sinodo dei vescovi a Roma lo ricorda: un cristiano è sale della terra se ha familiarità colla Bibbia. Vi saluto e vi ricordo con le esortazione di san Paolo ai Romani: tutti chiamati ad essere Chiesa cioè “corpo mistico” di Gesù Cristo.
Vostro padre Franco

mercoledì 15 ottobre 2008

Scontri durati fino a sera, aumentano le vittime


Sono proseguiti fino a sera, e con l’uso di armi pesanti che segnalano una violenza crescente rispetto ai giorni scorsi, i combattimenti tra forze armate e ribelli del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp) guidato dall’ex-generale dissidente Laurent Nkunda”: lo ha detto alla MISNA il colonnello Jean-Paul Dietrich, portavoce militare della missione Onu (Monuc), precisando che la base della missione nei pressi di Tongo (Nord-Kivu)...
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...si è trovata al centro del fuoco incrociato dei belligeranti che avrebbe causato almeno quattro morti tra i civili e diverse decine tra i miliziani. “I caschi blu, in serata, hanno trasferito in luoghi più sicuri almeno 1700 sfollati che vivevano in tende attorno alla base" ha aggiunto il portavoce, sottolineando che malgrado le promesse e le dichiarazioni di ‘buona volontà’ pronunciate nei giorni scorsi da entrambe le parti “i combattimenti continuano a scapito della popolazione civile, costretta da lunghe settimane a vagare nelle foreste pur di mettersi in salvo”. 
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Il Cndp accusa, come spesso accaduto in passato, le forze armate di aver attaccato le sue postazioni nella zona “per provocazione e nel tentativo di riappropriarsi di località sotto il controllo dei ribelli”. Una versione smentita dai militari, vincolati agli accordi di cessate-il-fuoco firmati nel gennaio scorso a Goma.Intanto la stampa locale riporta la notizia di nuovi scontri nei pressi di Nyanzale, a nord ovest di Goma, di cui al momento non sono disponibili bilanci. [AdL]
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Nella cartina si può vedere dove si trova Padre Franco a Dungu.Le informazione sono ricevute dal sito MISNA

venerdì 10 ottobre 2008

Dungu: dopo attacchi LRA, militari dispiegati e civili in armi



“Da circa due settimane tre voli giornalieri provenienti da Kisangani stanno trasportando uomini e mezzi dell’esercito congolese a Dungu, nella Provincia orientale. Intanto però gli abitanti stanno formando comitati di autodifesa popolare a Dungu, Ngilima e Bangadi”: lo riferiscono fonti della MISNA che si trovano nell’estremo nord est della Repubblica democratica del Congo e al centro dell’area teatro nelle scorse settimane di violenti attacchi da parte dei ribelli ugandesi dell’Lra (Lord’s resistance army). Il mese scorso il governo congolese aveva annunciato l’invio di almeno 2000 soldati nella zona di Dungu per contenere le scorribande degli uomini del Lra, che, qualche giorno dopo l’annuncio, hanno invece lanciato una serie di attacchi massicci contro diversi villaggi della zona di Duru, provocando una ventina di vittime e circa 15.000 tra sfollati e profughi fuggiti oltre frontiera in Sud Sudan. “Ogni quartiere di Dungu ormai ha le sue milizie armate; in giro si vedono pochi mezzi della missione dell’Onu nel paese (Monuc, ndr) se non in convoglio.
 

Ma intanto per strada si comincia a notare che la gente si mette in cammino con archi, frecce e vecchi fucili” aggiunge la fonte, precisando che al momento i militari congolesi si stanno limitando a pattugliare le strade che portano a Dungu durante il giorno, mentre la notte fanno rientro alla loro base nei pressi dell’aeroporto. Secondo le stesse fonti al momento non si ha notizia di emergenze sanitarie o alimentari, mentre resta forte la tensione e la sfiducia della gente rispetto all’operato delle autorità. Le ultime violenze di cui si ha notizia risalgono a domenica nel villaggio di Moro. [GB]
Le immagini sono state inviate da padre Franco Barin le informazione ricevuta dal sito MISNA

martedì 7 ottobre 2008

Voce missionaria da Dungu: "situazione tesa ma tante esagerazioni"


“A Dungu c’è tensione, ci sono rifugiati, ma non ci sono emergenze alimentari, gli sfollati qui in città sono al massimo 3000 e in tutta la regione non penso siano più di 5-6000”: lo dice alla MISNA padre Franco Barin, missionario comboniano con un’esperienza forte di 13 anni trascorsi nel paese e intervallati da permanenze più o meno lunghe in Messico, Germania e Italia. “Dungu - prosegue il missionario che è originario di Cittadella, Padova - è divisa in tre quartieri separati da due fiumi; nel mio, quello di Bamokandi, abbiamo censito non più di mille sfollati e la situazione negli altri due è simile. Vengono quasi tutti dalla parrocchia di Duru dove i ribelli ugandesi dell’Esercito del signore (Lra) a metà settembre hanno attaccato la missione, bruciato le case e costretto la gente a fuggire”. Nonostante la presenza degli sfollati, la situazione secondo padre Franco è sotto controllo perché molti avevano parenti e amici a Dungu e perché in tanti avevano nascosto le loro cose per tempo: “In questi giorni i capifamiglia insieme ai figli più grandi fanno ritorno nei nascondigli dove per precauzione tenevano nascosti i loro averi temendo proprio gli attacchi ribelli” aggiunge il padre comboniano che nella sua missione ospita al momento 46 persone. Restano ovviamente tensioni che possono a volte sfociare in atti violenti: “Domenica - continua padre Franco – tre ribelli (due uomini e una donna) che stavano per consegnarsi sono stati bloccati nella strada principale del mio quartiere e uccisi a bastonate. Sempre domenica ho avuto notizie di violenze nei pressi di Bangadi, un centro di 2000 abitanti a 100 chilometri da Dungu, dove i ribelli avrebbero ucciso tre persone e rapito altre”. Una situazione di tensione aggravata dal blocco dell’unico asse viario praticabile in direzione di Yambio in Sud Sudan: “La strada è insicura e solo parzialmente controllata dall’esercito che negli ultimi giorni ha inviato a Dungu 3000 soldati aviotrasportati; c’è un’area di circa 80 chilometri di lunghezza sotto controllo dei ribelli che è alla fine quella più pericolosa”. Padre Mario si congeda, sta aiutando quattro suore domenicane che vivono in un monastero di Bamokandi a trasferirsi in un’altra struttura dall’altra parte della città: “Li si sentiranno più sicure, ma penso sia difficile che i ribelli vogliano avventurarsi fin qui, allontanandosi dalle loro zone”. Intanto a Dungu, accompagnata da una pioggerellina, cala la notte.
[GB]
Informazione ricevuta dal sito MISNA


giovedì 2 ottobre 2008

Una testimonianza missionaria


“A Duru sono rimaste solo le macerie della missione bruciata, gli scheletri delle 300 abitazioni distrutte dai ribelli dell’Lra ed è rimasto anche qualche anziano”: la voce di padre Mario Benedetti, missionario comboniano fino a qualche giorno fa in Congo, è rotta dall’amarezza poco prima di salire sull’aereo che da Kampala lo ha riportato oggi in Italia, a Milano prima, nella sua Segonzano in Trentino poi. Lui, che a 70 anni di età pensava di averle viste tutte, insieme ad altri due sacerdoti - il sudanese Peter Magalasi e l’italiano Ferruccio Gobbi - è stato costretto a lasciare la missione e il lavoro fatto per evitare conseguenze peggiori. “Alla fine – dice ancora - sono andato via per evitare che la mia presenza potesse mettere a rischio la sicurezza della gente che ancora vive lì; fosse stato solo per me sarei rimasto. Ma la situazione non è stabile, la gente si sente abbandonata dall’Onu e dal governo, quelli (i ribelli, ndr) hanno bruciato anche le scuole della nostra parrocchia portando via come ostaggi un centinaio di ragazzi”. Padre Mario, contrariamente ai suoi confratelli rimasti prigionieri per qualche ora, il giorno dell’attacco a Duru è riuscito a fuggire: “Ho approfittato di un momento di disattenzione e mentre i ribelli rovistavano nella nostra casa sono uscito fuori trascorrendo la notte nella foresta. Sentivo che mi cercavano, sono tornato il giorno dopo quando il villaggio era stato abbandonato”. Un ritorno reso amaro dall’immagine di una comunità ferita nel profondo e costretta a ricominciare da capo: “La maggior parte delle duemila persone che abitavano a Duru è fuggita, anche noi con un passaggio in moto alla fine ci siamo diretti verso la città di Yambio in Sud Sudan e quindi a Kampala in Uganda; i miei confratelli sono partiti per primi, io li ho seguiti in un secondo tempo”. Sull’appartenenza dei ribelli all’Lra, padre Benedetti non ha alcun dubbio: “Non sono sbandati che vivono nella foresta, sono inquadratissimi, motorizzati e ben armati. A Duru si sono presentati in un centinaio e sembrava ricevessero ordini da una donna che si era sistemata a circa trecento metri dall’abitato; probabilmente venivano dalla base che hanno creato due anni fa a 15 chilometri da Duru o da un’altra che si trova a 60 chilometri”. Per il missionario si tratta delle stesse persone che dal febbraio 2006 hanno scelto questo lembo estremo del territorio congolese per proteggersi meglio da eventuali attacchi dell’esercito ugandese nonostante ci sia un processo di pace in corso: “Quando sono arrivati nel 2006 – ricorda ancora padre Mario – non disturbavano la gente. Poi, subito dopo un attacco contro la nostra missione il 17 dicembre dello scorso anno, hanno cominciato a farsi più cattivi, a lanciare moniti e avvertimenti a chiunque incontrassero per strada, fino a queste ultime violenze”. Secondo padre Benedetti, nell’attacco contro Duru 15-20 persone potrebbero essere state uccise, alcune migliaia hanno lasciato la zona e - ripete poco prima di salire sul suo aereo - “c’è il dramma di questi cento ragazzi portati via dai ribelli e quello dei loro genitori che non sanno che fine abbiano fatto”. [GB]
Informazione ricevuta dal sito MISNA

Situazione precaria a Dungu: voci contraddittorie su numero sfollati


“Sono segnalati movimenti di gruppi di sfollati a Dungu, Ngilima e nella città sud-sudanese di Yambio, ma nessuna notizia di ulteriori violenze”: lo hanno detto alla MISNA fonti delle Nazioni Unite a Kisangani e il portavoce militare della missione dell’Onu nel paese, in riferimento agli attacchi attribuiti ai ribelli ugandesi dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) che nelle ultime settimane hanno interessato la Provincia orientale congolese. “Impossibile in questo momento fornire stime certe sul numero degli sfollati ma probabilmente si tratta di poche migliaia anche perché l’area non è densamente popolata” ha aggiunto il portavoce dell’Onu smentendo indirettamente stime più esagerate diffuse da alcuni mezzi di stampa. Le stesse fonti hanno riferito dell’uccisione da parte di alcuni abitanti di Ngilima (a 45 chilometri da Dungu) di un ribelle dell’Lra che si trovava insieme alla sua compagna ora tenuta prigioniera. Ieri, fonti umanitarie avevano confermato che a causa della difficoltà negli spostamenti aggravati dalla pioggia e dai blocchi stradali dei ribelli, un numero imprecisato di civili stava lasciando la zona camminando a piedi attraverso la foresta; di certo, almeno 1200 sfollati sono arrivati in Sud Sudan a Yambio dopo aver marciato per quattro giorni in cerca di un luogo più sicuro. Nei giorni scorsi i vertici dell’Lra - da due anni impegnati in un delicato e faticoso negoziato di pace con Kampala - avevano smentito qualunque coinvolgimento negli attacchi i cui contorni restano tuttora poco chiari anche per l’isolamento in cui si trova Dungu. [GB]

Informazione ricevuta dal sito MISNA

Situazione precaria a Dungu, civili in fuga in Sud Sudan


Sono otto i villaggi dell’area di Dungu attaccati nelle ultime due settimane dai ribelli ugandesi dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) e la situazione è sicuramente preoccupante”: lo ha detto alla MISNA il portavoce della missione dell’Onu nel paese (Monuc), Jean Paul Dietricht, commentando le violenze che hanno scosso la Provincia orientale congolese. Intanto, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha confermato oggi l’arrivo in Sud Sudan di almeno 1200 civili fuggiti a piedi dalle aree attaccate dalla ribellione ugandese. Fonti umanitarie rilanciate da Radio Okapi dicono che i ribelli hanno chiuso tutte le vie di accesso a Dungu costringendo i civili in fuga a marciare per quattro giorni nella giungla mentre tutta l’area è interessata da intense piogge e inondazioni che rendono ancor più difficile le operazioni di soccorso e la fuga stessa dei civili. I 1200 arrivati in Sud Sudan si trovano attualmente nella città di Yambio County, a pochi chilometri dai confini congolesi, e proverrebbero dai villaggi di Dura, Baote, Peturua, Naipayan, Kiro e Bikwoto. Nei giorni scorsi i vertici dell’Lra - da due anni impegnati in un delicato e faticoso negoziato di pace con Kampala - avevano smentito qualunque coinvolgimento negli attacchi i cui contorni restano tuttora poco chiari anche per l’isolamento in cui si trova Dungu. “Le recenti notizie su attacchi dell’Lra sono fantasie fabbricate e pericolose, alimentate da chi intende soffocare il processo di pace tra l’Lra e il governo ugandese” aveva sostenuto il portavoce dei ribelli David Nyekorach-Matsanga in un comunicato. “Diversi osservatori ed esperti – ha detto alla MISNA il portavoce della Monuc – sostengono la tesi che i ribelli ugandesi stiano in realtà cercando di creare una zona morta tra le loro posizioni e quelle dell’esercito congolese intimidendo la popolazione e distruggendo villaggi e infrastrutture”. Altre fonti concordano invece nel sostenere che gli episodi di violenza non siano stati ordinati dai vertici del movimento, ma siano piuttosto il frutto dell’azione di gruppi isolati nascosti nella foresta e in perenne ricerca di cibo e beni da razziare. [GB]

Informazione ricevuta dal sito MISNA

mercoledì 1 ottobre 2008

Monuc disordini


Ecco cosa resta dell'auto degli Osservatori ONU


La gente come chi fa il "fabbro" ha segato o smontato pezzi della carcassa e portati a casa sua.
Più persone mi dicono che la collera della gente è esplosa quando il signor A.T. ha fatto un discorso alla radio protestante locale minimizzando troppo quasi banalizzando le notizie sui massacri che arrivavano lentamente a Dungu tramite gente che aveva passato anche una settimana vagando in foresta prima di arrivare nella cittadina, magari dopo avere trasportato il cadavere su bici di un loro caro per essere degnamente sepolto nonostante in fretta.


La Monuc sta facendo frequenti voli di trasporto di materiale e truppe congolesi a Dungu. Stasera ho parlato dei minuti con uno di loro facente la guardia all'esterno del cancello piuttosto amaccato degli Osservatori.Altri 3 colleghi erano nel cortile.Nei giorni scorsi sono arrivati delle decine di soldati per aereo. Il soldato non mi dato cifre precise.Mi ha detto che c'è il progetto di creare sul territorio molti posti di controllo. Venerdi c'è stata la breve visita di alcune autorità venute dalla città di Kisangani per aereo UN. Ci si aspettava invece la visita del governatore. Hanno lasciato una certa somma di soldi,franchi congolesi per assistere gli "spostati". Sono stati depositati  alla Procura diocesana. Anzi già ieri sono stati distribuite somme da gestire del valore di 1000$ anche alle varie confessioni religiose e parrocchie cattoliche.Il capo di "collettività" ne è il presidente dei soccorsi. Non vogliamo farne pubblicità ma vedere di distinguere i cortili dove ci sono gente venuta dalla zona di Duru e registrare altre famiglie concentrate in villaggi periferici della nostra parrocchia. Un signore dell'ONU, residente nella cittadina di Bunia e precisamente dell'organismo OCECIA(?) ha incoraggiato per aprire un campo di accoglienza a sud di Dungu,lontano 20km, , sulla strada di Ndedu. Personalmente incoraggio la gente a cercare della terra libera che è tanta e a fare il campo e la casa.  Non ho che qualche foto disponibile.

Mi hanno riferito che un giovane, Christian, che non conosco,era presente colla sua camera durante i disordini. Lo cercherò. CIAO SISKO

 

Violenze di Frontiera


Dungu, il sabato 27.09.08

Oggi c’è mercato qui vicino a noi. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati. Abbiamo stamani ricevuto la visita del prefetto della scuola secondaria,Istituto Duru a Duru. Ci ha consegnato la lista degli alunni rapiti dalla LRA il 17 settembre:61.Fra poco parto in moto per attraversare la cittadina e raggiungere il sito internet. Passerò davanti all’ abitazione Monuc,teatro di saccheggio giovedi scorso. Sono sette km su strada pessima.In questo momento dovrebbe avere luogo una riunione tra autorità e altre persone influenti del territorio in centro città nella parrocchia guidata dai preti locali. L’autorità locale, capo di “collettività” è il convocante, Constant.
 
 
Dungu, il venerdì 26.09.08

Un camion con militari congolesi è posto all’incrocio delle strade col muso verso il nostro ponte sul fiume Dungu. Altri militari congolesi fanno la guardia alla casa degli “Osservatori”. Un grande telaio(chassis) di camion sbarra ancora la strada verso il secondo ponte e la zona amministrativa. E’a soli 100m dal camion dei militari. Era stato messo ieri dalla folla per sbarrare il passo ai mezzi Monuc. Oggi padre Xavier è potuto passare colla macchina entrando nel cortile della casa dell’Ofida(agenzia della dogana) che sta difronte alla barriera. Ci si interroga chi sta dietro ai pochi fanatici che hanno scaldato le orecchie anche ad altri faciloni e hanno osato tanto. La polizia locale è apparsa inesistente. Cosi i capi.Stamani ci sono stati due voli: un quadrielica e bielica. Abbiamo avuto la breve visita del governatore regionale che è venuto fino in città ma ha preferito non pernottare. Certamente era a bordo del bielica che è decollato verso le 15h. Nelle nostre strutture parrocchiali abbiamo ospiti famiglie che vengono da 60-90 km, cioè dal territorio della parrocchia di Duru. Ci sarebbero altre storie tristi da raccontare. Aumenta il numero degli assassini a sangue freddo, per opera della LRA. Ci sono cadaveri insepolti o che galleggiano sui fiumiciattoli. Le vittime sono normalmente uomini, colpiti al collo e al fianco colla baionetta e poi finiti a colpi di bastone o martello sulla testa. Alcuni LRA vestono in civile. Molti portano stivaletti, fucile e altro. Piombano nella notte nei cortili. Fanno la caccia all’uomo. Un nipote della moglie del nostro cuoco e poi lo zio di un ragazzo incontrato ieri sono tra queste vittime. In città e in tante famiglie diventa difficile sfamare la gente ospite. Nel cortile del nostro cuoco ci sono 19 ospiti. Mentre i membri della famiglia sono otto.I capi locali sembrano non esistere. Non abbiamo stock alimentari per emergenze. Ci sono le campagne che hanno ancora molta manioca e pondu ma ancora per poco tempo. Tocca alla autorità civile organizzarsi. Questo sabato padre Javier andrà ad incontrare il capo di “collettività” . C’è da distinguere tra gli scappati quelli dei vicini villaggi, semplicemente per eccesso di paura.
Oggi le scuole non sono state aperte. Tutti i centri scolastici della parte Est non si apriranno più.C’è troppo pericolo e paura. Un centinaio di alunni sono stati rapiti in tre villaggi in un solo giorno:Kiliwa,Duru,Bayotè. La furia distruttiva e assassina della LRA dice che la popolazione deve sgomberare.  
 
 
Dungu, il giovedì 25.09.08
 
Altre notizie tristi arrivano alle nostre orecchie tramite gli sfollati che cercano alloggio da parenti o amici o alla missione/parrocchia cattolica o protestante Seca o Aog. Dei disordini si registrano nella cittadina Dungu. Sapremo meglio nei giorni a venire le cause e le dinamiche di essi. Un piccolo elicottero della Monuc, basato alla base aerea,Monuc, 5km fuori Dungu, a est, sull’asse stradale sudanese,Est. Ha sorvolato più volte il quartiere nostro, Bamokandi e quello del Centro, tra i due fiumi, Kibali e Dungu. Credo che nel quartiere Uye, non sia successo niente; in esso risiede il nostro vescovo, Richard Ndomba, rientrato sabato scorso e poi ci sono i servizi logistici diocesani della “Procura”. Al Centro ci sono il quartiere della polizia e quello degli uffici statali, nel passato chiamato “zone” e ora “territorio”. Da quest’anno al Centro si sono stabiliti anche, in una vecchia abitazione coloniale,ora proprietà del capo di “Collettività”( insieme dei villaggi, cioè circondari aventi una gestione tribale), gli ufficiali militari Monuc (Apparato militare ONU in Africa), meglio chiamati “Osservatori della Monuc”. Sono circa 5 e di diverse nazioni:Egitto,Mali,Giordania,Uruguay,Bolivia. Ho appreso tardi verso mezzogiorno che della popolazione verso le 8h aveva sfondato il portale del cortile della autorità Monuc e spinto fuori fuori sulla strada una delle loro auto, Toyota, climatizzata, e poi dato fuoco. Hanno fatto irruzione nel loro cortile e abitazione e fatto danni di cui non sappiamo il valore. Mi ricordo che entrai una volta nella loro veranda. Era domenica pomeriggio. Accompagnavo il confratello Gobbi che veniva dalla missione Duru, vicino alla frontiera e in pieno territorio LRA, per uno scambio di informazioni. Vedetti una grande parabolica di 2m di diametro piazzata su un rimorchietto. Speriamo sia senza danni! Non ho ancora passato il ponte del nostro quartiere per andare a vedere.Era mia intenzione farlo ma la barriera che incontrai sulla strada-erano le 10h30- mi fece cambiare parere.
Mi trovavo in moto sulla strada principale per Duru, ancora nel nostro quartiere, quando stamani alle 9h50 circa incrociai un convoglio della Monuc a tutta velocità,con soldati col casco blu postati con mitraglia sopra i veicoli; andavano in città. Mi chiedevo cosa era successo, ne ero allarmato. I soldati congolesi erano con loro;un camion bianco della Monuc era carico solo di loro. 10’più tardi raggiunsi il camion che avevo incrociato e che era alla fine del convoglio, giusto quando rallentava a causa proprio di una barriera stradale fatta dalla gente, giovani del nostro quartiere chenon conoscevo. Ero con un papà che aveva sepolto un suo figlio di 25 anni giorni fa, martedi 22/09,ucciso colla baionetta nella notte di domenica 21/lunedi22 sulla strada di Duru al villaggio Kpayka,15km dopo Kiliwa, verso Duru. Era nel pieno della notte quando dormiva con ospite un amico che veniva dal villaggio Ngilima per soccorrere la sua famiglia quando entrambi furono trascinati fuori della casa e pugnalati. L’ospite ancora agonizzante fu ucciso a bastonate.
Questo papà, è il fratello maggiore della moglie del nostro cuoco. La colonna Monuc era composta di 4jeepponi,tre autoblindo e un camion. Nel frattempo nella mattinata arrivarono due aerei quadrielica della Monuc, probabilmente per scaricare materiale logistico. Anche ieri pomeriggio un quadrielica alle 16h sorvolò la nostra chiesa in direzione della pista lontana 4km. La Monuc sta certamente accelerando gli aiuti pure agli stessi militari congolesi che non hanno per supporto logistico che la Monuc. La gente accusa la Monuc di non prendere la difesa di essa e ritiene la monuc complice della LRA. A mio avviso c’è qualcuno tra la popolazione che insinua di proposito falsità. Incontrammo giovani che invitavano altri sulla strada a formare un gruppo ed andare manifestare la loro collera alla base aerea monuc. Non abbiamo notizie maggiori in merito.
La A.T.-amministratore del Territorio- massima autorità civile, politica, congolese locale, è mal vista dalla gente. Giorni fa ha tenuto un discorso alla radio protestante invitando la gente alla calma ma sembra con un tono che svalutava troppo l’allarme della gente e le numerose notizie di morti che supera di gran lunga la decina menzionata dal signor A.T. Ho appreso che si era reso introvabile.La barriera vicino al ponte del nostro quartiere era vicino all’abitazione del capo del “groupement”,circondario. Dov’era oggi? E l’altro capo locale di quartiere, suo braccio destro dov’era oggi? Ho invitato in più posti dove mi sono fermato tra la gente a parlare di invitare il capo locale a parlare al mercato e dare spiegazioni alle domande della gente questa domenica verso le 12h. Verso le 13h oggi i soldati congolesi hanno sparato in aria a più riprese per intimidire la gente e fare sgomberare le strade. Un certo numero di persone ha preso la fuga nelle campagne temendo il peggio. Il mio confratello, Javier ed io abbiamo cercato di intrattenerci colla gente nelle vie adiacenti della missione e incoraggiare a rimanere a casa calmi. 
 
 
Dungu,  il martedi 23.09.08

LRA (Lords Resistent Armee) sono mostri non uomini.Mercoledi mattina,17 settembre, è stata una giornata di violenze su numerosi villaggi della parrocchia di Duru. Scuole e mercato sono stati i luoghi presi di mira.
Paura e tristezza sono nell’animo di tanta gente. Anche oggi le scuole sono chiuse
Oggi abbiamo cominciato in città a fare il censimento della gente scappata e rifugiatasi presso familiari o conoscenti. Parte della popolazione vicino alla frontiera sudanese è scappata in Sudan. Anche i nostri tre confratelli di Duru. Per Radioricetrasmittente e per sms abbiamo appreso che anche padre Mario Benedetti, settantenne, si è rifugiato in bici alla missione sudanese di Yambio,lontana 60 km da Duru, domenica sera. Chi scappa e’ gente della parrocchia confinante della Missione Duru e anche dei nostri villaggi più a est. I guerriglieri LRA hanno ucciso alcuni adulti a sangue freddo con macette o scure o pugnale;hanno bruciato scuole e case e distrutto beni quali moto, bici,bidoni pieni di olio di palma; hanno mostrato il loro volto e cosa vogliono. Hanno rapito un centinaio di alunni,degli insegnanti e alcuni adulti. Vogliono terra bruciata intorno a loro. Non vogliono che la popolazione li veda e possa dare informazioni alle nostre autorità civili e militari e della MONUC (ONU). Vogliono impadronirsi dei campi seminati della gente. Mercoledi scorso LRA si è presentata al momento del mercato su più villaggi verso mezzogiorno o nel primo pomeriggio. LRA si sente braccata e isolata a livello internazionale. LRA non ha più i tradizionali appoggi palesi o nascosti di quando stava in Uganda, sua patria. Il governo di Khartum non la sostiene più.
Kampala e Kinshasa sono contro. LRA conta-si stima­­-circa 900 giovani uomini, nascosti nelle foreste nostre verso la frontiera. Sono presenti dal 2003. Hanno fucili e altre armi che conservano per attacchi militari. Colla popolazione si servono per uccidere soprattutto della macette. Il fucile fa rumore ma la macette no.
Venerdi è stato un giorno di panico cittadino. Alcuni genitori hanno seminato il panico nelle scuole quando si sono presentati durante le lezioni per ritirare i loro figli e hanno sparso la notizia che la cittadina sarebbe stata attaccata dalla guerriglia LRA. Qualche autorità e dei preti pure hanno cercato di nascondersi. Padre Xavier ed io, già un po’al corrente dei disordini al villaggio, Kiliwa,45km a est,avvenuti il mercoledi, pensammo di visitare le autorità della base aerea Monuc a 5km direzione Est e metttere insieme le notizie che arrivavano da più parti. Erano le 13h. Incontrammo un centinaio specie donne e bambini sulla strada che scappavano e venivano dai villaggi dell’asse stradale, Dungu-Duru:est/ovest. Un grosso aereo quadrielica,bianco, della Monuc colle lettere UN arrivò alle 10h e poi durante la giornata tre grossi elicotteri con una grande elica portarono materiale presubilmente logistico militare. Almeno per due notti due blindati medi della Monuc e delle jeep sorvegliarono la cittadina e i suoi tre ponti. Due fiumi Dungu e Kibali si incontrano e originano il grande fiume Uele. La monuc ha di fronte al suo campo,poco lontano e aldilà della pista aerea in terra battuta, un campo delle forze armate congolesi (FAC), un gruppo di fanteria di 300 unità. Facevano la ronda su Dungu insieme. Mentre le FAC ricevono il loro aiuto logistico, tengono da sabato due posti di blocco a 25km (Limai) e 45km(Kiliwa) in direzione Sudan. Molte scuole in Dungu non hanno ripreso oppure parzialmente. Alcuni insegnanti non si sono ancora presentati. IL ciclo completo della E.P. Kiliwa ha gli edifici bruciati. Alcune case del vicino campo dei catechisti e insegnanti pure. La chiesa vicina è intatta. Si contano 4 adulti uccisi a Kiliwa.Sono stati presi di mira i capi di villaggio di Kiliwa,Duru,Bayotè.Quest’ultimo arrivò ieri a Dungu con grosse ferite di macette. E’ fuori pericolo. Una donna di Kiliwa è morta ieri dopo essere arrivata a Dungu, in seguito alle ferite di pugnale subite giovedi scorso. Giovedi fu ucciso a Kiliwa sulla strada principale il pastore protestante delle confessione SECA. Era in bicicletta e trasportava due bidoni in plastica, pieni di olio di palma;ciascuno di 20l;lo uccisero a colpi di scure sulla testa; gli distrussero la bici e i bidoni.
Il capo del villaggio di Kiliwa fu ucciso a colpi di macette durante il mercato del mercoledi e poi dato alle fiamme. Il capo del circondario di Kiliwa era al mercato quando fu preso. Si dice che durante il cammino gli fu cucita la bocca e più tardi ucciso. Non abbiamo conferme. Due ragazze di Kiliwa prese al mercato riuscirono a scappare uno o due giorni dopo, quando erano a circa 10km da Kiliwa. Stavano raccogliendo legna da ardere con una terza ragazza che invece fece ritorno al gruppo campato in direzione del parco della Garamba. Raccontarono al posto di blocco di Limai che i maschi legati e rapiti erano sono 14 e le ragazze 10 invece di 12. Tutti di Kiliwa. Ma con loro dovevano esserci anche degli adulti. Alla missione di Duru è la desolazione. Sembra che arrestarono gli alunni di 4 classi secondarie, Institut Duru. Forse circa 80. La scuola non aveva cominciato il suo ritmo normale-dicono- e molti alunni erano assenti. Arrestarono pure degli insegnanti. Alla Missione fecero saccheggio e caricarono il bottino sugli alunni. Trovarono padre Gobbi e Magalasi. Chiesero notizie di p.Benedetti Mario che ebbe il tempo di scappare fuori e nascondersi nel villaggio, prendendo con sè il telefono satellitare,Turaya e dare notizie altrove. L’edificio antico e più grande del complesso abitativo fu dato alle fiamme. Le lamiere del tetto, si sono fuse.Rimangono che dei mattoni annerriti. Là c’erano anche le stanze e uffici di p.Magalasi e Mario. Anche la radio trasmittente era là al solito posto, vicino alla veranda. L’ufficio parrocchiale e annessi della missione non furono danneggiati. P.Gobbi fu ben legato, interrogato e poi picchiato. Gli tolsero gli occhiali,l’orologio e le scarpe. Il giorno dopo, giovedi, p.Gobbi e Magalasi furono trasportati con due moto di conoscenti, capitati per caso nelle vicinanze, in territorio sudanese, nella cittadina di Yambio. P.Mario si decise e ne fu convinto da altri solo giorni dopo a raggiungere Yambio domenica in bicicletta. A Duru ci furono 4 uccisioni. Il commerciante Rafael è uno di quelli confermato in fretta. La sua moto e un’altra di un vicino furono chiuse in una sua casa e date alle fiamme. I guerriglieri si sono ritirati ma alcuni villaggi sono visitati tutt’ora. Il capo di Bayotè mentre sembrava morto e abbandonato nel suo cortile fu rivisitato ma senza la stessa furia assassina. Rapirono alcuni membri della sua famiglia.
Secondo la testimonianza del direttore scolastico del villaggio vicino, Lilika, 12 alunni furono rapiti. La strada principale che ci assicurava carburante e altre merci in provenienza dal Sudan ci resta sbarrata. Il nostro piccolo aereo della diocesi ha quasi finito la sua riserva. Le altre strade sono impraticabili. Solo le moto e le bici stracariche passano. Sulle vie di Dungu e dintorni gira gente alla ricerca di una nuova dimora, almeno provvisoria. La paura è ancora tanta specie in quelli che vengono dai dintorni nord-est. Alla Missione di Bangadi, 90km nord da Dungu, non ci sono scuole aperte neppure là. Dicono che gli LRA sono stanziati a 30 km nord-est. Mentre qui a 55 km est.
Là non c’è ancora una base militare FAC. Quale evoluzione? Il capo politico locale, di Dungu, A.T.(administrateur territorial) assicura che fra giorni ci arriverà in soccorso una brigata di soldati. Intanto manda sms alle sue autorità superiori per aggiornarle e si incontra con altre autorità nel “comitato di crisi”. Stiamo facendo il censimento delle persone scappate a Dungu. C’è chi è abbondante nelle cifre:30.000...assurdo e chi cerca di essere onesto e realista e estima una cifra per eccesso di 750 persone. Tanta gente vive e si nasconde ancora nelle campagne controllate dal LRA. Altri sono scappati aldilà della frontiera. La popolazione di Dungu non supera i 6000 abitanti. Lunedi 24 un papa catechista di Limai ci ha confidato la sua tristezza:inviò la sua figlia di 15 anni ad una sorella di lui catechista. Sembra finita nelle mani dei LRA. Una coppia incontrata questo martedi,ospite di una famiglia a noi confinante, ci confida che era in viaggio con 5 figli, diretti a Dungu, quando incontrò gli LRA. Presero possesso di 4 figli. Gli lasciarono il penultimo di forse 5 anni. L’ultimo aveva 2 anni e mezzo. Altra famiglia, arrivata ospite dalla moglie del nostro cuoco, racconta che il fratello della moglie fu ucciso a bastonate nel suo cortile al villaggio Kpayka, domenica nella mattinata. Non si spiega la ragione della uccisione. Il direttore della scuola primaria del villaggio, Nakale, è arrivato a Dungu. Racconta che la sua casa a Duru fu bruciata. Una sua nipote, di 14 anni, mentre era in classe all’Istituto Duru a Duru fu portata via con tutti i compagni. Spero di incontrare presto il professore Tumba dell’Istituto Duru arrivato a Dungu che riusci’ a sfuggire alla cattura nella confusione generale. La gente si chiede che cosa fa il governo per difendere le sue frontiere. La sfiducia della gente è tanta.
Ciao dal Congo P.Franco Barin