giovedì 7 ottobre 2021

Foto

 


Sacello davanti alla casa-noviziato dei Comboniani a Isiro



12 giovani provenienti da più parti del Congo si preparano
ad essere altrettanti missionari di Gesù Cristo



Il sacello ricorda i massacri di civili e
missionari, fatti dai ribelli nel lontano 1964



Basso rilievo del volto del grande veronese 
Daniele Comboni, fondatore dei Comboniani



La luce, la fiamma  segno della nostra fede in Gesù Cristo



Ci sono giovani bravi sotto ogni latitudine



I miei stivali sono ancora buoni. In foresta
tra le canne di bambù tagliente i rischi non mancano



Lo sport aiuta molto a creare amicizie






mercoledì 6 ottobre 2021

40 anni fa a Cittadella

Cari amici, parenti, benefattori e lettori vari, come san Francesco  vi saluto: Pace e Bene.

Questo mese di ottobre 2021,ha un valore particolare per me. Esso mi evoca la cifra 40 cioè 40 anni fa avevo 27 anni quando monsignor Bortignon, vescovo della Diocesi di Padova mi ordinò sacerdote nel duomo di Cittadella, era un sabato. La comunità degli studenti comboniani di Padova animò i canti mentre il giorno dopo, domenica la corale dei cugini Golin di Cavazzale (VI) animò la “ prima messa”. Il parroco, monsignor Antonio Miazzi fu molto attento a curare il protocollo della cerimonia e l’accoglienza  dei sacerdoti ospiti. La domenica mattina andando a piedi  in chiesa accompagnato dalla sfilata delle majorette e banda Ciro Bianchi, confidavo brevemente a mia mamma una emozione mia: “ Quello che stiamo facendo non è teatro ma è la risposta ad una chiamata di Dio a cui crediamo”. Gesù Cristo ci chiama tutti ad agire come membra attive del suo Corpo mistico. Insieme viviamo la solidarietà universale  che papa Francesco sottolinea nei suoi interventi ed encicliche come quella di “Tutti fratelli”. A proposito questa mattina è venuta a salutarmi una anziana signora, Bernadette vedova da tanto tempo, senza figli, anzi ne aveva  uno che si ammalò mortalmente quando era prossimo a terminare la scuola secondaria. Lei rientrerà presto a Isiro, città lontana 130 km dove io vissi sei anni e dove la conobbi impegnata in parrocchia. Ora soffre da tempo ad una anca che le rende ogni spostamento una sofferenza. Nonostante abbia pochi soldini in casa e nessun conto in banca e nonostante nessun membro dei suoi fratelli fosse disponibile ad aiutarla, si decise di prendere il pullman (da alcuni mesi la strada nazionale è diventata percorribile anche da grossi veicoli) per venire nel mio paese in foresta a farsi visitare dal nostro confratello medico.Arrivò verso mezzogiorno  senza avere un indirizzo di riferimento dove alloggiare. Lei non può pagarsi l’alloggio come altri nei piccoli alberghi qua e là o casette di privati. Al suo arrivo al mattino alla fermata dei Bus un piccolo venditore vedendola molto in difficoltà a camminare le pagò una taxi-moto fino all’ospedale lontano 500m. In serata lei ritornò di nuovo da lui che le offrì pure l’alloggio a costo zero. La generosità della famiglia che l’accolse le fece riconoscere la vera fede di quella famiglia. Già da domani farà attenzione al passaggio quasi giornaliero del bus che la riporterà a casaL’ospedale ha 140 posti letto. Ogni paziente ricoverato deve avere una guardia-malati. L’ospedale attira molti ospiti che vengono da lontano fino a 500 km. I contadini vendono in fretta i loro prodotti della terra e a “buon” prezzo!!  Mentre il confratello medico cura il corpo il parroco  oltre ai gruppi parrocchiali gestisce il settore scolastico. Le scuole primarie sono più di venti e secondarie una decina. Abbiamo un convitto scolastico per bambini pigmei.  La grossa spesa è quella alimentare e il salario  a 15 classi della foresta frequentate  da pigmei. Contiamo molto sulla Provvidenza divina. Il fenomeno della malattia e il fatto della morte sono spesso considerati in modo a noi distorto. La relazione con la natura  è da migliorare molto; aumentano le motoseghe nella foresta mentre le api diventano rare. C’è  l’abitudine di distruggere le arnie naturali e di mangiare tutte le larve insieme al miele.

La nostra presenza di comunità missionaria internazionale  è bene una occasione per vivere dei valori cristiani con una visione umana positiva che migliora le relazioni sociali e che è un richiamo a Gesù Cristo, figura del Padre eterno e di tutti i popoli.

Un caro saluto, padre Franco