mercoledì 7 dicembre 2016

Buon Natale 2016

La festa del Natale si avvicina. Una coppia di giovani pigmei è venuta al mio ufficio a chiedermi un “buono” (voucher?) per ricevere cure gratuite al nostro ospedalino. L’uomo dominava di più la lingua franca nostra cioè il lingala. I pigmei hanno una loro lingua. Secondo i gesti e le poche parole da loro espresse mi pareva di capire che lei soffrisse di malaria, malattia diffusa nell’ambiente e che miete vittime tra i bambini specie sotto i due anni. Chiediamo ai pigmei che aiutiamo di sapere dire grazie portandoci del miele o carne di selvaggina. Sono abituati male. Con la gente locale fanno scambio di cibo per avere un aiuto ma con noi ne approfittano. Nella nostra parrocchia nessun pigmeo è stato battezzato. Ci manca il laico o coppia animatrice vicina a loro che potesse curare le relazioni tra noi e loro. Frequentano il mercato ma non mettono piede in chiesa. 

Per questo tempo di preparazione al Natale abbiamo addobbato la chiesa con strisce di stoffa viola comperate nel mercato locale e abbiamo appiccicato delle parole chiave.

Inoltre con dei vecchi vasi in vetro di marmellata abbiamo fabbricato quattro “candele” a petrolio per sottolineare il ritmo delle settimane. Carta colorata rossa le abbellisce. Nel mese di novembre abbiamo valorizzato il tema del culto dei defunti e della vita dopo la vita terrena. Abbiamo ricordato i nomi ad alta voce di tante persone raggruppate per famiglia. Le nostre tombe sono proprio povere. Sono visibili solo per il mucchio di terra e una striscia di mattoni che le delimitano. Una croce in mattoni è sul suolo o al più una croce in ferro battuto portante il nome e la data. La stagione secca è cominciata da due settimane. Sono arrivati gli sparvieri e i serpenti escono allo scoperto a prendere il sole. Gli uni e gli altri cercano posti per deporre le uova. Un venticello mitiga il calore diurno mentre la notte scende la temperatura di qualche grado. A gennaio scende fino a 15°. Percorrendo la lista degli indirizzi penso agli amici e conoscenti e non mancherà anche una preghiera al Gesù bambino di Betlemme a nome vostro. BUON NATALE E BUON ANNO 2017 A TUTTI GLI AMICI DI PANE SPEZZATO gruppo creatura del caro padre Gianni che ci è vicino nel cuore e nell'anima. La sua prima nascita è stata in Italia e la sua seconda a vita eterna in Africa.

PS: all'ospedale un nuovo edificio di 30 m ha da ieri il suo tetto. Una parte saranno stanze da due letti con sanitari interni e una parte avrà due salette per malati. Le nostre scuole del centro sono tutte in muratura e lamiere. Una settimana fa abbiamo ricevuto 140 kg di libri per permettere agli alunni di migliorare il loro francese. Quando avremo altri soldi ne ordineremo altri. Il francese è strategico per l’insegnamento. La nostra antenna internet ci fa soffrire e costa cara. Il segnale specie la notte a me cara per scrivere, s’interrompe spesso. Aspettiamo un tecnico della compagnia per l’assistenza. Il nostro bambinetto di sette anni con una vasta ustione sulla cute del cranio è molto migliorato. Non avrà più i capelli. Sembra che l’udito non sia stato lesionato. Alcuni alunni e studenti li aiutiamo con borse di studio mentre loro ricambiano il favore aiutandoci in piccoli lavori del campo e della casa. Quando abbiamo sessioni di formazione ci pensano soprattutto le ragazze a curare la cucina. Abbiamo una trentina di convittori. A tre giovani paghiamo i loro studi parauniversitari ma non il loro vitto e alloggio. Sono ALFRED Alogbo e DIEUDONNE Mawadri; entrambi sono iscritti all’Istituto Superiore Commerciale della città di ARIWARA e una ragazza MARIA Akomoko iscritta all’Istituto Superiore Tecnico Medicale della città di BUNIA. Studia per diventare tecnico di laboratorio di analisi. Abbiamo distribuito loro finora 700$. Prossimamente daremo la seconda parte di 800$.

Franco presiede la  messa

Albero, mercatino, chiesetta

Covone di paglia e un saluto

Festa di Cristo Re

Scuola Primaria Avvento

Tetto ala ospedale completato. Oggi festa di Sant'Ambrogio

WC e ala clinica ora visibili


sabato 22 ottobre 2016

Note sparse


Dondi Watsa il 20 ottobre 2016 giovedì 21h

Ciao a tutti.

Faccio fatica a prendere del tempo e descrivere un po’ la mia vita locale.

Ora infuria un grande temporale che ha interrotto il collegamento internet della nostra parabolica. La pioggia sulle lamiere del tetto è rumorosa. I fulmini e tuoni si alternano con insistenza. Pensavo di collegarmi per leggere qualche lettera o notizia del mondo dalle agenzie Fides, Zenit, banglanews, newsRDC, Eglise dans le monde. Eccomi invece a pensare a come ho vissuto il mese di settembre e ottobre per raccontarvi qualcosa. 

Un mese fa lasciava questa terra per il cielo mia madre. Mi era impossibile spostarmi per recarmi in Italia. La penso in compagnia di tante brave persone che hanno amato Dio con cuore sincero. Contrariamente alla morte di mio papà morto durante la siesta della domenica in albis, mia madre ebbe una lunga agonia. Era consumata. Ebbi il tempo di starle vicino per alcuni mesi da dopo pasqua. Ho sperimentato quanto sia fugace la nostra vita e difficile la comunicazione coi sensi di un corpo consumato. Ringrazio tutti quelli che in qualche modo mi furono vicini tramite sms o emails. Devo ringraziare Dio per avermi dato due genitori che mi hanno cresciuto nella fede e offerto un’istruzione che qui è un lusso. Qui sono il parroco di una piccola comunità cristiana di forse 8000 abitanti e economo principiante della comunità comboniana. La gente al 95% è contadina. Il Centro pastorale e Sociale e il convitto con 40 adolescenti sono un grande polo di vitalità locale e della regione Est della diocesi di Isiro. Insegno religione in due classi del biennio secondario. Tutti vestono una uniforme bianca e blu. Il loro vestito chiamato qui “uniforme” lascia pensare un po’ ad una disciplina sociale dove da lontano si riconoscono gli alunni da altri estranei. Un grosso problema che si pone nell’insegnamento è la poca conoscenza da parte degli alunni della lingua ufficiale cioè del francese. Quindi spesso uso la lingua regionale per migliorare la comprensione. Gli alunni non hanno libri personali ma la scuola ha qualche libro da mettere a disposizione ma solo in classe. Avessero una TV in casa potrebbero imparare in fretta la lingua!

Oggi a mezzogiorno è terminato un corso di 4 giorni sulle dinamiche per un sviluppo economico e sociale con una ventina di partecipanti. Un responsabile Caritas della diocesi vicina lo aveva diretto. Mentre dieci giorni fa terminava un corso di 4 settimane rivolto ad animatori-catechisti di piccole comunità cristiane delle parrocchie della zona. Erano una quarantina. Partecipai dando molte lezioni.

Comboni Day Match ragazze B

Comboni match, prof e alunni

Dondi, ospedale Pediatria

Dondi, ospedale, doccia e WC

Giochi semplici, cerchioni di bici

Giochi semplici, palla riciclando sacchetti

Trasporti eccezionali



lunedì 15 agosto 2016

Notizie da Dondi


Watsa Dondi, 15 agosto 2016

Ora eccomi in comunità coi suoi problemi. La corrente elettrica non c'è più. Si accende il gruppo elettrogeno per 90' alle 18:30. Sarebbe meglio potenziare un pochino l'alimentazione dei pannelli solari e tenerli attivi usandoli anche quando c’è la turbina in ordine.
Nella sala dei pc e dove c'è l'alimentazione dell'antenna internet facciamo uso di due batterie al piombo e di pannelli ma con disponibilità limitata.
Ora, chissà perché, anche il convertitore di corrente da 12v a 220v alternata è guasto. Quindi ora ne uso un altro, ma non lo lascio qui per custodirlo meglio. La sala è usata anche da altri.
Quindi anche l'uso del wifi va a momenti. Accenderò l’antenna alle 21:00.

Quanto al mio viaggio: è stata una sfacchinata e un po' di suspence ma tutto andò bene. Pagai di più del solito le tre volte che presi taxi. I bianchi sono considerati galline da spennare; la prossima volta mi difenderò meglio.

Ci sarebbe da scrivere molto sul viaggio. Si tratta di due giornate di viaggio con due notti e due giorni. Nel bus della notte da Kampala ad Arua avevo molto spazio ed ero seduto in fondo. Al mattino alle 5:30 siamo arrivati al terminal e dovetti negoziare con due moto tassisti: scelsi uno che sapeva il lingala. Lui si scelse un amico. Uno di loro portò le due valigie di 23 kg ciascuna e la fisarmonica di 11 kg sul petto; l’altro portò me, la stampante appena acquistata a Kampala e il mio zaino sul suo petto. Loro mi trasportarono lungo 25 km fino alla frontiera. La strada era asfaltata, larga e senza traffico. Nel bus della notte e quello del giorno dopo trovai molta gentilezza. Ma il secondo bus era quello ordinario che faceva tante e lunghe fermate. Era strapieno. Inoltre faceva caldo. Prima di arrivare alla frontiera riuscii a fare chiamare al telefono un giovane amico che mi aspettò alla frontiera e mi accompagnò in tre uffici per le pratiche comuni. A casa dell’amico sua mamma mi preparò una frittata e un buon tè inglese. Dopo un’ora di riposo ebbi la corrispondenza col secondo bus che si fermo’ davanti alla porta della famiglia e mi porto’ a Watsa Dondi. Mi restavano ancora 8 km di brutta strada per arrivare al mio villaggio. Dopo aver telefonato aspettai 30’ e il confratello Egidio arrivò con l’auto. Eccomi ora nella mia famiglia spirituale. Un grande applauso di bambini, strette di mano e abbracci mi accolsero. Provai un po’ di emozione.


venerdì 12 agosto 2016

Note sparse


Kampala (Uganda) il 11-08-16 Giorno di santa Chiara

Dopo una lunga giornata di viaggio sono arrivato qui ieri sera alle 22 davanti al cancello con guardiano della procura dei Missionari comboniani. Mi ero alzato in Italia alle quattro. Il grande aereo da Bruxelles aveva circa 50% passeggeri africani. Il mio tempo in Italia è durato quasi quattro mesi e mezzo. E’ passato in fretta. Ho avuto tanti belli incontri. Ho rinnovato il mio passaporto e fatto molti esami medici. Ora mi restano ancora 800 km (620 in Uganda e 200 in Congo). Viaggerò in bus domani notte. La strada è asfaltata fino alla frontiera e è sterrata in Congo. Quindi al mattino prenderò un altro bus aldilà della frontiera.  Ho bisogno di farmi aiutare per passare la frontiera. Ho fatto l’errore di non interessarmi prima per avere la disponibilità  di un accompagnatore. Le distanze sono grandi. Dove passo c’è abbastanza sicurezza sociale. I ribelli della LRA sono lontani 150 km.  In questa casa comboniana c’è molto via vai di chi parte e arriva dall'estero o dalle savane ugandesi. Conosco poco l’inglese e ciò mi mette a disagio. Per il resto l’accoglienza è buona. La casa della nunziatura vaticana è confinante. Sono in un quartiere della media borghesia. La città di Kampala sorge su tante piccole colline. Siamo a 1000 m d’altitudine. Il clima è buono. Forse riuscirò a visitare la tomba di padre Gianni Nobili. Era rientrato in comunità a metà gennaio e poi all'inizio di aprile ebbe un ictus. Si sperava di salvarlo portandolo con un piccolo aereo al miglior ospedale della capitale ma fu invano. Ora è sepolto nel giardino della nostra casa-noviziato a 20 da Kampala. Aveva 75 anni ed era originario di Sondrio. Ogni decesso fa soffrire molto. Lui dava un tono di grande accoglienza  e fiducia alla gente e di coesione tra noi confratelli. Guardando la mia agenda telefonica e di appuntamenti  ripenso a tante persone care che ho incontrato e che mi hanno aperto il cuore. Le presenterò a Dio Padre e alla Madonna perché le protegga.  Vi allego delle foto che mi hanno marcato in questi mesi: incontri con amici, con parenti e familiari, tra missionari anche laici e il vescovo di Padova quale grande pastore che invia i suoi amici ad annunciare la Buona Notizia. Segni cristiani come la croce e la statua della Madonna che evocano l’amore di Dio Padre e proteggono i nostri soldati caduti sul Grappa, ma non solo, anche noi vivi.

Amici Pane Spezzato

Parenti Barin a Noale

Cena di classe di ex compagni d seminario

Addio a Padre Alex Guarda

Foto funebre Gianni

Il vescovo Cipolla di Padova incontra i missionari in  vacanza

Medjugorie, cammino accidentato di Via Crucis

Sacello dell'Ossario sul Grappa

Madonnina del Monte Grappa


venerdì 13 maggio 2016

Note Personali


Sabato 07 maggio 2016

Mie notizie dall’Italia, è passato tanto tempo dal mio ultimo scritto dal Congo Rd.
Il giorno dopo Pasqua ho lasciato la mia stazione missionaria per venire in Italia dove sono arrivato il 30 marzo. Il mio passaporto è scaduto da due settimane.  Siamo in quattro confratelli ma solo Padre Gianni è rimasto là ad assicurare le attività ordinarie. Gli altri per motivi vari tra cui il sottoscritto ci troviamo in Italia. E’ passato velocemente un mese dal mio arrivo. La mia prima preoccupazione è stata rinnovare il mio passaporto e procurarmi la mia carta sanitaria che era pure scaduta e procedere a prenotazioni mediche specialistiche.

Ho ancora mia madre che però non ha più la vivacità di tre anni fa quando ci separammo. Ora passa il suo tempo tra la carrozzella e il letto. Spesso è assente a chi le rivolge la parola. Ma la sofferenza maggiore mi è data dal confratello Gianni che rimasto solo in comunità  da Pasqua ha avuto un ictus e poi si è spento qualche settimana fa in un ospedale ugandese. La mia famiglia africana mi attende. Ma gli appuntamenti delle visite mediche mi obbligano a pazientare.  Andrò a fare anche una visita al cimitero dove giacciono tante persone che conobbi nella mia vita. La morte è secondo un canto religioso congolese la piccola porta dove si passa uno alla volta ma non senza dolori e che  ci fa entrare nel cortile  dell’eternità dove ci incontreremo in pace con tutti.

8 marzo: le donne vogliono formazione

Bambino di Scuola Materna

Chiesa di Dondi

Festa di scuola materna

Pasqua 2016


mercoledì 24 febbraio 2016

Note Sparse


Martedì 09 febbraio 2016

Ieri nel calendario liturgico si faceva memoria di santa Bakhita, ragazza fatta schiava in Sudan e riscattata da un italiano di passaggio a Karthum.

Lei è la patrona della nostra scuola materna. Abbiamo vestito circa 80 bambini-e con una bella magliettina gialla e accompagnati in chiesa dove padre Gianni ha presentato la vita di quella ragazza diventata libera e cristiana e infine suora canossiana. Il suo corpo è visibile nel convento canossiano nella città di Schio. Dopo una breve preghiera abbiamo fatto vedere una parte del cartone animato africano Kiriku, un bambino che salva il suo villaggio. Infine c’è stato un buon piatto per tutti. Pochissimi genitori capiscono e collaborano nell’avvenire della scuola materna. I bambini sono pieni di voglia di apprendere. 

Martedì 16 febbraio 2016

Ieri sera, come d’abitudine il lunedì, noi comunità comboniana ci troviamo per pregare i vespri e poi scambiarci delle riflessioni sul nostro vivere locale. Padre Romano ci ha presentato il programma di appuntamenti dell’anno 2016 per il Centro Pastorale e Sociale, mentre padre Gianni e io abbiamo presentato altri punti quali l’assicurazione della macchina e della moto e i due raduni in programma fra giorni con gli agenti pastorali delle varie comunità cristiane: cappelle e centri di ascolto. Non è sempre facile capirsi e confrontarsi. Da gennaio sto uscendo ogni fine settimana per visitare i villaggi. Sento quanto sia lento lo scambio di idee e quanto poco noi comunità comboniana siamo presenti nel tessuto sociale e in sintonia con le persone. 

Mercoledì 17: stamane subito dopo la messa alle 6,45 papà Clement, responsabile del Centro di ascolto Saint Etienne mi ha accompagnato al capezzale di un morente. Si chiama Jean-Claude di circa 40 anni. Aveva ripreso a ricevere la Comunione a Natale. Era ridotto ad un scheletro. Ha avuto la forza di stringermi la mano ed emettere alcune parole e poi ricevere un pezzetto di particola. Poi cessò di respirare. Mori’in pace, sereno e cosciente. Bello. Ora è nell'aldilà ad aspettare noi altri. Pochi minuti dopo, una volta fissata una stoffa al mento e composto il corpo, la campana del quartiere, un cerchione di macchina, suonò dando l’annuncio del decesso. Dopo qualche attimo di raccoglimento, qualche pianto cominciò a farsi sentire nel cortile. Io rientrai presto a casa dopo avere pronunciato ai vicini: “pole”, cioè condoglianze. La gente ha l’abitudine di passare ore o nottate ma anche giornate nel cortile del defunto. 

Il mio nome in Congo è Sisko, da “Francisco” spagnolo. Fui obbligato a modificare il mio nome al mio primo arrivo in Congo per evitare equivoci con altri confratelli. Ecco quindi apparire in una foto il mio secondo nome. 

Oggi, venerdì 19, alle 16,30, abbiamo celebrato la Via Crucis in chiesa. C’era un bel gruppo di persone. Padre Romano ha guidato la celebrazione: é la sua settimana di servizio in chiesa. Questa preghiera aiuta a meditare il mistero della sofferenza per amore!!

Sabato 20: da ieri abbiamo problemi con la nostra parabolica internet. Noi prendiamo il segnale proveniente dall'Uganda. Sospettiamo che le forze di sicurezza ugandesi abbiano interferito sulle comunicazioni a causa delle elezioni politiche. Quindi ora il sistema o è lentissimo oppure è bloccato. Proviamo molto disagio nel non potere comunicare come prima.


Prima visita-safari al villaggio Sede

Centro Pastorale e  Sociale: padre Romano e  confratelli

Centro Pastorale Paolo VI, ingresso

Padre Sisko e Gianni davanti alla chiesa




mercoledì 13 gennaio 2016

Gennaio 2016


Domenica, 10 gennaio 2016

Oggi con il vangelo di Giovanni il Battista che battezza Gesù si chiude il tempo natalizio. Domani riprendono pure le scuole del Congo. Oggi ho camminato 40’ accompagnato da Bienvenue, giovane mamma sola con quattro bambini, per andare a pregare per la prima volta in un villaggio di anziani che vivono nella campagna e custodiscono i campi dei figli che vivono al grosso villaggio di Dondi. Non c’erano che 13 anziani, 6 bambini e 4 adulti. Non mi aspettavano. Quindi la loro gioia era grande. Lungo il cammino a piedi ho visto molti campetti di riso già mietuto. E’ il prodotto e cibo più ricercato. Ma essendo molto al mercato stanno praticando un prezzo di svendita. Sul cammino ho incontrato poche persone. Tanti erano alla Messa al centro del villaggio di Dondi. Si prega presto alle 6:30. Si segue il ritmo della luce locale e del sole. Dopo sarebbe troppo caldo. Camminavo tra collinette che offrivano piccoli bei panorami. Sono ritornato verso le 13 sotto un sole cocente. Un bel cappello di paglia proteggerebbe bene anche il mio collo. Certe attività artigiane diventano rare: fabbricare stuoie, cappelli, setacci per il grano. Muoiono senza essere rimpiazzati quei vecchi/e che trasmettevano certe arti. Nel pomeriggio una ventina di giovani hanno fatto una bella partita a calcio. Padre Egidio presta loro le tenute sportive che lavano subito dopo la partita. Una quindicina di loro lavorano a costruire casette per loro e l’impianto delle due piccole turbine di 16 kw e altro con padre Egidio. Un’attività che si potrebbe sviluppare qui sarebbe quella di allevamento di pesci. C’è acqua e spazio ma manca un appassionato per quel lavoro. Abbiamo qualche alveare . Anche in questo ci vuole passione, cosa che manca. E’ qui con noi per due settimane Daniele, elettricista Enel di Bergamo. E’ da poco stato lasciato a casa per mancanza di lavoro. Lui ha 50 anni. Ci sta aiutando molto. La settimana scorsa ha lavorato per l’impianto della turbina e ora mette ordine nelle installazioni della casa che il nostro piccolo tecnico locale non aveva fatto bene. Lavora e insegna al suo aiutante locale come maneggiare le attrezzature, cercare un guasto e riparare prese e supporti di lampade. La relazione umana e la trasmissione del sapere e della fede vanno insieme. 


Mercoledì, 13 gennaio 2016

Ieri pomeriggio ho visitato con suor Pierrette, domenicana congolese, un’adolescente epilettica del quartiere. A causa della sua infermità non è andata a scuola. Ci sono pregiudizi ancestrali su chi è affetto da tale disturbo. Principalmente si pensa che la famiglia sia portatrice di una maledizione. La malattia è vista con vergogna. La ragazza non sa né leggere e né scrivere e un mese fa cadde sul fuoco della cucina. Ora ha una ustione grande sopra il piede sinistro. La suora che è infermiera ha cercato di capire la situazione per vedere come aiutarla. Lei ha preso a cuore le persone affette da epilessia che sono oltre il centinaio nel nostro circondario. Qualche mese fa un giovane è morto annegato nella pozza di una piccola sorgente. Nessuno era là per salvarlo al momento dell’attacco epilettico. Ora la suora sta facendo un censimento degli epilettici e si sta interessando a procurare le medicine oltre che a istruire i familiari loro in merito alla cura e prevenzione.


Capre, allevamento selvaggio

Coppia con due figli va in chiesa per il matrimonio

Daniele ripara e insegna

Dondi, ragazza venditrice di manghi

Festa della Santa Famiglia di Nazareth