martedì 30 dicembre 2008

Amici di Cittadella "Citigini"


Zaniolo Roberto Giovanni, un amico di Padre Franco, ha scritto in una mail e ci ha inviato due belle immagini.


"Siamo gli amici di Cittadella che ci nominiamo "citigini" per il gruppo omonimo CTG Centro Turistico Giovanile, cerchiamo di restare in contatto con lui e siamo riusciti pure a regalargli una moto nuova per i suoi spostamenti in Congo. Ma vorremo stare vicino a lui, ai suoi confratelli ed alla comunità cristiana che dirigono in Congo soprattutto con le nostre preghiere."




sabato 27 dicembre 2008

Santo Natale 2008


Carissimi amici,


ormai è Natale e Capodanno segue vicino. Sono ormai due anni che sono qui nel cuore del Continente nero, pieno di potenzialità umane e materiali. Sono di nuovo nella mia comunità parrocchiale di Sant’ Anna a Isiro dopo cinque mesi trascorsi nella mia vecchia missione di Dungu nel popolo Zande. Avevo sostituito un confratello partito per vacanze e cure mediche in Italia. Nel frattempo là ho vissuto colla gente e da vicino la paura e le vicende di sfollamenti della gente in fuga cacciata dalle sue terre dalla violenza inaudita del gruppo ugandese di guerriglieri LRA. Dal 2006 si è rifugiato in Congo nelle foreste della frontiera per sfuggire alla cattura dopo 20 anni di disordini in Uganda.
Ho appreso che i grandi massmedia hanno trasmesso molte immagini della guerra nell’Est del Congo ma non si è mai fatto vedere delle immagini del nostro territorio del nord-est. Calcoliamo da settembre ad adesso circa 200 morti e più di 100 alunni rapiti e almeno otto villaggi bruciati. In questi giorni l’esercito congolese sta facendo una penetrazione nella foresta dove starebbe annidato il capo storico, Kony. L’esercito ugandese collabora con mezzi aerei:4 elicotteri e soldati suoi. Speriamo bene. Molta gente ha familiari da piangere. Le scuole su ¾ della diocesi sono chiuse a causa dell’insicurezza.
Ormai sono due anni che mi trovo qui in un bel angolo di natura che fa gola al turismo internazionale . Ogni mattina arrivando le prime luci dell’alba i diversi uccelli che nidificano sui nostri alberi cantano e volano a loro piacere. Non esistono cacciatori di uccelli. Un parente dello sparviero si nutre delle loro uova.
E’ iniziata la stagione della secca. E’ arrivato anche un uccello bianco simile al pellicano. Si avvicina alle capre per mangiare alcuni parassiti seminascosti nel loro pelo.
Sia ieri che oggi ho passato molte ore nei quartieri della parrocchia per incontrare i malati e anziani. Ogni trimestre noi preti ci sforziamo di visitare personalmente queste persone. Ho avuto occasione di intrattenermi con molti familiari loro,entrare nelle loro case o cortili e vedere come vivono. Delle donne si alternano ad accompagnarci. Ho trovato molta gentilezza e accoglienza. Il sole picchiava ma l’ombra dei manghi o il tetto di una veranda in paglia ridavano ristoro.
La notte di Natale e il mattino li passerò in due grandi centri di settore. Userò la nuova moto dono di un gruppo di persone del paese natio per tali spostamenti fino a 45 km lontano.Un giovanotto mi accompagnerà. La strada è brutta.
Sono programmati una cinquantina di battesimi di bebè e una benedizione nuziale.
LA NASCITA DEL MESSIA A BETHLEM E’ SENTITA MOLTO. La messa o celebrazione senza prete il giorno di Natale sono seguite da un pranzo comunitario. La celebrazione della nascita di un bebe ispira una nota di tenerezza difficile a nascondere e di portata planetaria che scioglie tanti cuori induriti. Dio ci vuole salvare colla sua tenerezza. Grazie ancora del vostro sostegno.

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO. Vostro padre Franco Barin
ISIRO, venerdì il 19.12.08

martedì 9 dicembre 2008

Médecins Sans Frontières


L'organismo Médecins Sans Frontières svizzero è venuto a distribuire due volte ma a famiglie diverse, totale 440, un  KIT di aiuto domestico: bidoni da 20 litri per il trasporto di acqua, coperte, stuoie, zanzariere, bacinelle.

CIAO p. FRANCO

PS: nelle fotografie donne sfollate: una ragazza ed due madri vedove. Quella col bambino di sei mesi ha visto la LRA uccidere suo marito colla machette alla testa.







mercoledì 26 novembre 2008

PACE E BENE... BOBOTO NA BOLAMU


Carissimi amici di Brescia,
PACE E BENE...BOBOTO NA BOLAMU

vi mando delle foto scattate da me il primo novembre davanti alla chiesa parrocchiale della nostra parrocchia a Dungu. Un gruppo di guerriglieri ugandesi LRA è penetrato nella nostra cittadina alle 5h30 del mattino. Erano chi dice 40 e chi 60. Verso le 8h avevano già abbandonato la cittadina scappando con mercanzia presa da alcuni commercianti e una 80ina di civili. Una 50ina sono stati rilasciati alcuni giorni dopo. Sono rimasti con loro delle decine di preadolescenti. I maschietti lavoreranno i loro campi (anche di notte) e le femminucce faranno le cuoche e il materasso nella notte. E' probabile che il nostro esercito congolese presente a Dungu con 2000 unità sferri un attacco nella foresta e savana -dove si sono annidati a circa 80km da noi- nel mese di gennaio,tempo della secca. Si parla che i civili, tutti adolescenti loro prigionieri, siano alcune centinaia. L'anno scolastico in 60% del nostro territorio diocesano è interrotto da metà settembre. I guerriglieri sono circa 600 organizzati in gruppi di 40 e collegati tra loro con tanti telefoni satellitari. Girano colla bussola al collo. Hanno osato attaccare Dungu grazie alla collaborazione soprattutto di un giovane studente locale ora nelle mani del nostro esercito. La cittadina di Dungu è ancora al 70% spopolata. La gente è scappata nella foresta e campagne al lato sudovest; dovrebbe rientrare presto. Avremo un anno scolastico bianco. La forza della guerriglia è nella sorpresa. Attacca e si ritira. I massmedia non ne parlano. Non abbiamo foto di guerriglieri morti o di cadaveri di civili e villaggi distrutti. E' pericoloso uscire in foresta nella zona nordest.
Di notte c'è il coprifuoco.
Un caro saluto vostro padre Franco

venerdì 24 ottobre 2008

Dungu, martedi 21 ottobre


Dal lato Nord di Dungu ancora ieri mattina arrivava la notizia che la LRA è uscita nel villaggio di BANGADI -6000 abitanti- la domenica mattina ancora notte. La popolazione ormai sospettosa e già tesa per altri avvenimenti dei dintorni ha reagito e cacciato la LRA. Si parla di sette morti tra la popolazione e di altri tra la LRA. Delle piccole milizie composte di giovani e giovani adulti si sono formate nei grossi villaggi come a Dungu, Ngilima, Bangadi, Doruma. I soldati congolesi sono arrivati a Ngilima -45km da Dungu- ,solo lunedì 13 scorso alla sera. Sono 60, ma nel villaggio di Bangadi -80km dopo a nord- non ci sono ancora. Il giorno del mercato è propizio per la LRA per piombare sulla gente e fare incetta di mercanzie e obbligare alcuni come donne o ragazzini a trasportare il bottino. Gli uomini vengono uccisi. Non so se a Bangadi qualche persona sia stata portata via colla forza nonostante la reazione di alcuni della gente. Un certo numero di persone sono scappate da Bangadi verso il villaggio di Niangara a 80 km Ovest. Sabato sera nella nostra piazzetta del mercato c’era alcuni fanti congolesi. Credevamo si fermassero tutta la notte e invece appresi che verso le 21h si ritirarono nel quartiere del Centro Dungu in un cortile protetto. Era quello degli Osservatori ONU (MONUC) divenuto centro di riferimento militare. Vorremmo che fossero più vicini alla gente cioè presenti anche di notte nel nostro quartiere. Si parla di creare tanti posti di osservazione militare sul territorio ma intanto la paura logora gli animi. Tanti guardano alla Missione: se i padri, fratelli e suore non sono scappati, allora è segno buono, cioè c’è abbastanza sicurezza anche per gli altri.

giovedì 16 ottobre 2008

Ottobre Missionario


Mi trovo nella cittadina di Dungu in Congo a 120 km dalla frontiera Est, quella sudanese. Sono qui in prestito, solo per qualche mese, giusto il tempo per le vacanze e eventuali cure mediche del confratello Sergio, di Recoaro Terme (TN). In comunità ora e della comunità c’è solo Javier, parroco. Lui è spagnolo, dei Pirenei baschi. Ciascuno di noi ha già accumulato più di 10 anni di permanenza in Congo. La comunità sarà completa a fine novembre con l’arrivo di un terzo confratello, il cui nome non è ancora ufficiale. Io arrivai in Congo per la prima volta quando avevo 30 anni. Fui ordinato prete nella diocesi di Padova nel 1981. Atterrai il primo novembre 1984 alla capitale Kinshasa. Il giorno dopo decollai verso l’interno del Paese, 1500km a est. Restai 3 giorni nella cittadina di ISIRO e poi in macchina, con un fuoristrada -non di lusso come in Italia si vedono- feci 300km con due tappe di pernottamento, per arrivare alla missione Duru, dove là cominciai a studiare e balbettare una nuova lingua, il lingala. Arrivai intontito e abbastanza spaesato. La comunità dei confratelli comboniani mi accolse bene e alla sera ci bevemmo una birra -cosa ora divenuta rara- prodotta nella nostra cittadina di Isiro usando riso dei campi locali. Ora la birreria non esiste più. Il Paese Congo vive uno stato di sfascio progressivo delle sue infrastrutture. Le cause sono tante ma una è nella mentalità della gente che sta molto lentamente cambiando. Le strade sono quasi impossibili. C’è una certa solidarierà locale clanica specie all’occasione di lutti e quando c’è da curare una malattia. Tante volte si tratta di un aiuto obbligatorio pena la maledizione o ritorsioni. Giorni fa, mi è piaciuto il gesto e il ragionamento di una donna, anziana, vive nel suo cortile sola ed è cieca. Si chiama Germaine. Ci chiese di procurarle un giovane di fiducia che scali due palme della suo cortile e abbatta un regime di palma, divenuto maturo. Un frutto sarà per la parrocchia e l’altro per lei. Ha mostrato una generosità, nonostante la sua povertà, che altri non hanno e che merita essere additata ad esempio. Dei vicini a turno l’accompagnano alla chiesa che non è troppo lontana. Qualche volta arriva alla Santa Messa anche durante la settimana, alle sei del mattino. E’ l’occasione di scambiarsi qualche saluto e poi ognuno parte al suo lavoro o alla scuola che comincia alle 7h30 e 8h alle elementari. In Italia in questo mese di ottobre si promuovono molte iniziative di carattere “missionario” per ricordare la dimensione missionaria della nostra Fede cioè di gente che testimonia in Gesù Cristo una nuova solidarietà e senso alla vita. Mancano tanti confort –luce, strade asfaltate, acqua potabile sicura- e servizi sociali come scuole e ambulatori decenti ma la voglia di vivere non manca.
Che cosa è l’ottobre missionario qui tra gente sfollata a causa della vicina guerriglia LRA e con paura del peggio? Il richiamo degli insegnamenti di Gesù è di grande aiuto per portare pace nella mamma che ha perduto due figli uccisi dai guerriglieri. L’esempio della vita di Gesù diventa antidoto e freno alla voglia di rispondere alla violenza colla violenza cioè vendetta. Una sera, erano le 18h30 rientravo coll’auto dopo avere accompagnato le suore domenicane in un convento più sicuro, ho incrociato due giovani del quartiere con un fucile artigianale. Mi sono fermato a salutarli e chiedere quali erano le loro intenzioni. Si erano costituiti in milizia per proteggere il quartiere. Ho ricordato loro che anche il nemico è un uomo e figlio di Dio, che ha subito il lavaggio del cervello e che fu strappato dai banchi di scuola e poi drogato. Ma Dio ha messo dentro di noi il DNA della fraternità. Dunque impediamo la violenza e usiamo la misericordia. Ricordo che quasi 100 alunni di più scuole il 17 settembre nel territorio della parrocchia di Duru furono rapiti e ora rischiano di subire la stessa sorte cioè divenire a forza di percosse e droga altri LRA. Un cristiano è missionario nel suo popolo se s’impegna a vivere controcorrente tra la sua gente. Ciò qui significa prendere le distanze da chi ha propositi vendicativi. Anzi la solidarietà verso chi ha perso tutto s’impone molto di più. Molte famiglie hanno accolto degli sfollati. E in Italia? Dove sono i cristiani, missionari? Un cristiano non può essere indifferente nei discorsi tra amici o colleghi. Il mandato di Gesù ..andate e predicate.. deve essere nelle vene di ogni credente. Però come il Sinodo dei vescovi a Roma lo ricorda: un cristiano è sale della terra se ha familiarità colla Bibbia. Vi saluto e vi ricordo con le esortazione di san Paolo ai Romani: tutti chiamati ad essere Chiesa cioè “corpo mistico” di Gesù Cristo.
Vostro padre Franco

mercoledì 15 ottobre 2008

Scontri durati fino a sera, aumentano le vittime


Sono proseguiti fino a sera, e con l’uso di armi pesanti che segnalano una violenza crescente rispetto ai giorni scorsi, i combattimenti tra forze armate e ribelli del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp) guidato dall’ex-generale dissidente Laurent Nkunda”: lo ha detto alla MISNA il colonnello Jean-Paul Dietrich, portavoce militare della missione Onu (Monuc), precisando che la base della missione nei pressi di Tongo (Nord-Kivu)...
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...si è trovata al centro del fuoco incrociato dei belligeranti che avrebbe causato almeno quattro morti tra i civili e diverse decine tra i miliziani. “I caschi blu, in serata, hanno trasferito in luoghi più sicuri almeno 1700 sfollati che vivevano in tende attorno alla base" ha aggiunto il portavoce, sottolineando che malgrado le promesse e le dichiarazioni di ‘buona volontà’ pronunciate nei giorni scorsi da entrambe le parti “i combattimenti continuano a scapito della popolazione civile, costretta da lunghe settimane a vagare nelle foreste pur di mettersi in salvo”. 
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Il Cndp accusa, come spesso accaduto in passato, le forze armate di aver attaccato le sue postazioni nella zona “per provocazione e nel tentativo di riappropriarsi di località sotto il controllo dei ribelli”. Una versione smentita dai militari, vincolati agli accordi di cessate-il-fuoco firmati nel gennaio scorso a Goma.Intanto la stampa locale riporta la notizia di nuovi scontri nei pressi di Nyanzale, a nord ovest di Goma, di cui al momento non sono disponibili bilanci. [AdL]
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Nella cartina si può vedere dove si trova Padre Franco a Dungu.Le informazione sono ricevute dal sito MISNA

venerdì 10 ottobre 2008

Dungu: dopo attacchi LRA, militari dispiegati e civili in armi



“Da circa due settimane tre voli giornalieri provenienti da Kisangani stanno trasportando uomini e mezzi dell’esercito congolese a Dungu, nella Provincia orientale. Intanto però gli abitanti stanno formando comitati di autodifesa popolare a Dungu, Ngilima e Bangadi”: lo riferiscono fonti della MISNA che si trovano nell’estremo nord est della Repubblica democratica del Congo e al centro dell’area teatro nelle scorse settimane di violenti attacchi da parte dei ribelli ugandesi dell’Lra (Lord’s resistance army). Il mese scorso il governo congolese aveva annunciato l’invio di almeno 2000 soldati nella zona di Dungu per contenere le scorribande degli uomini del Lra, che, qualche giorno dopo l’annuncio, hanno invece lanciato una serie di attacchi massicci contro diversi villaggi della zona di Duru, provocando una ventina di vittime e circa 15.000 tra sfollati e profughi fuggiti oltre frontiera in Sud Sudan. “Ogni quartiere di Dungu ormai ha le sue milizie armate; in giro si vedono pochi mezzi della missione dell’Onu nel paese (Monuc, ndr) se non in convoglio.
 

Ma intanto per strada si comincia a notare che la gente si mette in cammino con archi, frecce e vecchi fucili” aggiunge la fonte, precisando che al momento i militari congolesi si stanno limitando a pattugliare le strade che portano a Dungu durante il giorno, mentre la notte fanno rientro alla loro base nei pressi dell’aeroporto. Secondo le stesse fonti al momento non si ha notizia di emergenze sanitarie o alimentari, mentre resta forte la tensione e la sfiducia della gente rispetto all’operato delle autorità. Le ultime violenze di cui si ha notizia risalgono a domenica nel villaggio di Moro. [GB]
Le immagini sono state inviate da padre Franco Barin le informazione ricevuta dal sito MISNA

martedì 7 ottobre 2008

Voce missionaria da Dungu: "situazione tesa ma tante esagerazioni"


“A Dungu c’è tensione, ci sono rifugiati, ma non ci sono emergenze alimentari, gli sfollati qui in città sono al massimo 3000 e in tutta la regione non penso siano più di 5-6000”: lo dice alla MISNA padre Franco Barin, missionario comboniano con un’esperienza forte di 13 anni trascorsi nel paese e intervallati da permanenze più o meno lunghe in Messico, Germania e Italia. “Dungu - prosegue il missionario che è originario di Cittadella, Padova - è divisa in tre quartieri separati da due fiumi; nel mio, quello di Bamokandi, abbiamo censito non più di mille sfollati e la situazione negli altri due è simile. Vengono quasi tutti dalla parrocchia di Duru dove i ribelli ugandesi dell’Esercito del signore (Lra) a metà settembre hanno attaccato la missione, bruciato le case e costretto la gente a fuggire”. Nonostante la presenza degli sfollati, la situazione secondo padre Franco è sotto controllo perché molti avevano parenti e amici a Dungu e perché in tanti avevano nascosto le loro cose per tempo: “In questi giorni i capifamiglia insieme ai figli più grandi fanno ritorno nei nascondigli dove per precauzione tenevano nascosti i loro averi temendo proprio gli attacchi ribelli” aggiunge il padre comboniano che nella sua missione ospita al momento 46 persone. Restano ovviamente tensioni che possono a volte sfociare in atti violenti: “Domenica - continua padre Franco – tre ribelli (due uomini e una donna) che stavano per consegnarsi sono stati bloccati nella strada principale del mio quartiere e uccisi a bastonate. Sempre domenica ho avuto notizie di violenze nei pressi di Bangadi, un centro di 2000 abitanti a 100 chilometri da Dungu, dove i ribelli avrebbero ucciso tre persone e rapito altre”. Una situazione di tensione aggravata dal blocco dell’unico asse viario praticabile in direzione di Yambio in Sud Sudan: “La strada è insicura e solo parzialmente controllata dall’esercito che negli ultimi giorni ha inviato a Dungu 3000 soldati aviotrasportati; c’è un’area di circa 80 chilometri di lunghezza sotto controllo dei ribelli che è alla fine quella più pericolosa”. Padre Mario si congeda, sta aiutando quattro suore domenicane che vivono in un monastero di Bamokandi a trasferirsi in un’altra struttura dall’altra parte della città: “Li si sentiranno più sicure, ma penso sia difficile che i ribelli vogliano avventurarsi fin qui, allontanandosi dalle loro zone”. Intanto a Dungu, accompagnata da una pioggerellina, cala la notte.
[GB]
Informazione ricevuta dal sito MISNA


giovedì 2 ottobre 2008

Una testimonianza missionaria


“A Duru sono rimaste solo le macerie della missione bruciata, gli scheletri delle 300 abitazioni distrutte dai ribelli dell’Lra ed è rimasto anche qualche anziano”: la voce di padre Mario Benedetti, missionario comboniano fino a qualche giorno fa in Congo, è rotta dall’amarezza poco prima di salire sull’aereo che da Kampala lo ha riportato oggi in Italia, a Milano prima, nella sua Segonzano in Trentino poi. Lui, che a 70 anni di età pensava di averle viste tutte, insieme ad altri due sacerdoti - il sudanese Peter Magalasi e l’italiano Ferruccio Gobbi - è stato costretto a lasciare la missione e il lavoro fatto per evitare conseguenze peggiori. “Alla fine – dice ancora - sono andato via per evitare che la mia presenza potesse mettere a rischio la sicurezza della gente che ancora vive lì; fosse stato solo per me sarei rimasto. Ma la situazione non è stabile, la gente si sente abbandonata dall’Onu e dal governo, quelli (i ribelli, ndr) hanno bruciato anche le scuole della nostra parrocchia portando via come ostaggi un centinaio di ragazzi”. Padre Mario, contrariamente ai suoi confratelli rimasti prigionieri per qualche ora, il giorno dell’attacco a Duru è riuscito a fuggire: “Ho approfittato di un momento di disattenzione e mentre i ribelli rovistavano nella nostra casa sono uscito fuori trascorrendo la notte nella foresta. Sentivo che mi cercavano, sono tornato il giorno dopo quando il villaggio era stato abbandonato”. Un ritorno reso amaro dall’immagine di una comunità ferita nel profondo e costretta a ricominciare da capo: “La maggior parte delle duemila persone che abitavano a Duru è fuggita, anche noi con un passaggio in moto alla fine ci siamo diretti verso la città di Yambio in Sud Sudan e quindi a Kampala in Uganda; i miei confratelli sono partiti per primi, io li ho seguiti in un secondo tempo”. Sull’appartenenza dei ribelli all’Lra, padre Benedetti non ha alcun dubbio: “Non sono sbandati che vivono nella foresta, sono inquadratissimi, motorizzati e ben armati. A Duru si sono presentati in un centinaio e sembrava ricevessero ordini da una donna che si era sistemata a circa trecento metri dall’abitato; probabilmente venivano dalla base che hanno creato due anni fa a 15 chilometri da Duru o da un’altra che si trova a 60 chilometri”. Per il missionario si tratta delle stesse persone che dal febbraio 2006 hanno scelto questo lembo estremo del territorio congolese per proteggersi meglio da eventuali attacchi dell’esercito ugandese nonostante ci sia un processo di pace in corso: “Quando sono arrivati nel 2006 – ricorda ancora padre Mario – non disturbavano la gente. Poi, subito dopo un attacco contro la nostra missione il 17 dicembre dello scorso anno, hanno cominciato a farsi più cattivi, a lanciare moniti e avvertimenti a chiunque incontrassero per strada, fino a queste ultime violenze”. Secondo padre Benedetti, nell’attacco contro Duru 15-20 persone potrebbero essere state uccise, alcune migliaia hanno lasciato la zona e - ripete poco prima di salire sul suo aereo - “c’è il dramma di questi cento ragazzi portati via dai ribelli e quello dei loro genitori che non sanno che fine abbiano fatto”. [GB]
Informazione ricevuta dal sito MISNA

Situazione precaria a Dungu: voci contraddittorie su numero sfollati


“Sono segnalati movimenti di gruppi di sfollati a Dungu, Ngilima e nella città sud-sudanese di Yambio, ma nessuna notizia di ulteriori violenze”: lo hanno detto alla MISNA fonti delle Nazioni Unite a Kisangani e il portavoce militare della missione dell’Onu nel paese, in riferimento agli attacchi attribuiti ai ribelli ugandesi dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) che nelle ultime settimane hanno interessato la Provincia orientale congolese. “Impossibile in questo momento fornire stime certe sul numero degli sfollati ma probabilmente si tratta di poche migliaia anche perché l’area non è densamente popolata” ha aggiunto il portavoce dell’Onu smentendo indirettamente stime più esagerate diffuse da alcuni mezzi di stampa. Le stesse fonti hanno riferito dell’uccisione da parte di alcuni abitanti di Ngilima (a 45 chilometri da Dungu) di un ribelle dell’Lra che si trovava insieme alla sua compagna ora tenuta prigioniera. Ieri, fonti umanitarie avevano confermato che a causa della difficoltà negli spostamenti aggravati dalla pioggia e dai blocchi stradali dei ribelli, un numero imprecisato di civili stava lasciando la zona camminando a piedi attraverso la foresta; di certo, almeno 1200 sfollati sono arrivati in Sud Sudan a Yambio dopo aver marciato per quattro giorni in cerca di un luogo più sicuro. Nei giorni scorsi i vertici dell’Lra - da due anni impegnati in un delicato e faticoso negoziato di pace con Kampala - avevano smentito qualunque coinvolgimento negli attacchi i cui contorni restano tuttora poco chiari anche per l’isolamento in cui si trova Dungu. [GB]

Informazione ricevuta dal sito MISNA

Situazione precaria a Dungu, civili in fuga in Sud Sudan


Sono otto i villaggi dell’area di Dungu attaccati nelle ultime due settimane dai ribelli ugandesi dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) e la situazione è sicuramente preoccupante”: lo ha detto alla MISNA il portavoce della missione dell’Onu nel paese (Monuc), Jean Paul Dietricht, commentando le violenze che hanno scosso la Provincia orientale congolese. Intanto, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha confermato oggi l’arrivo in Sud Sudan di almeno 1200 civili fuggiti a piedi dalle aree attaccate dalla ribellione ugandese. Fonti umanitarie rilanciate da Radio Okapi dicono che i ribelli hanno chiuso tutte le vie di accesso a Dungu costringendo i civili in fuga a marciare per quattro giorni nella giungla mentre tutta l’area è interessata da intense piogge e inondazioni che rendono ancor più difficile le operazioni di soccorso e la fuga stessa dei civili. I 1200 arrivati in Sud Sudan si trovano attualmente nella città di Yambio County, a pochi chilometri dai confini congolesi, e proverrebbero dai villaggi di Dura, Baote, Peturua, Naipayan, Kiro e Bikwoto. Nei giorni scorsi i vertici dell’Lra - da due anni impegnati in un delicato e faticoso negoziato di pace con Kampala - avevano smentito qualunque coinvolgimento negli attacchi i cui contorni restano tuttora poco chiari anche per l’isolamento in cui si trova Dungu. “Le recenti notizie su attacchi dell’Lra sono fantasie fabbricate e pericolose, alimentate da chi intende soffocare il processo di pace tra l’Lra e il governo ugandese” aveva sostenuto il portavoce dei ribelli David Nyekorach-Matsanga in un comunicato. “Diversi osservatori ed esperti – ha detto alla MISNA il portavoce della Monuc – sostengono la tesi che i ribelli ugandesi stiano in realtà cercando di creare una zona morta tra le loro posizioni e quelle dell’esercito congolese intimidendo la popolazione e distruggendo villaggi e infrastrutture”. Altre fonti concordano invece nel sostenere che gli episodi di violenza non siano stati ordinati dai vertici del movimento, ma siano piuttosto il frutto dell’azione di gruppi isolati nascosti nella foresta e in perenne ricerca di cibo e beni da razziare. [GB]

Informazione ricevuta dal sito MISNA

mercoledì 1 ottobre 2008

Monuc disordini


Ecco cosa resta dell'auto degli Osservatori ONU


La gente come chi fa il "fabbro" ha segato o smontato pezzi della carcassa e portati a casa sua.
Più persone mi dicono che la collera della gente è esplosa quando il signor A.T. ha fatto un discorso alla radio protestante locale minimizzando troppo quasi banalizzando le notizie sui massacri che arrivavano lentamente a Dungu tramite gente che aveva passato anche una settimana vagando in foresta prima di arrivare nella cittadina, magari dopo avere trasportato il cadavere su bici di un loro caro per essere degnamente sepolto nonostante in fretta.


La Monuc sta facendo frequenti voli di trasporto di materiale e truppe congolesi a Dungu. Stasera ho parlato dei minuti con uno di loro facente la guardia all'esterno del cancello piuttosto amaccato degli Osservatori.Altri 3 colleghi erano nel cortile.Nei giorni scorsi sono arrivati delle decine di soldati per aereo. Il soldato non mi dato cifre precise.Mi ha detto che c'è il progetto di creare sul territorio molti posti di controllo. Venerdi c'è stata la breve visita di alcune autorità venute dalla città di Kisangani per aereo UN. Ci si aspettava invece la visita del governatore. Hanno lasciato una certa somma di soldi,franchi congolesi per assistere gli "spostati". Sono stati depositati  alla Procura diocesana. Anzi già ieri sono stati distribuite somme da gestire del valore di 1000$ anche alle varie confessioni religiose e parrocchie cattoliche.Il capo di "collettività" ne è il presidente dei soccorsi. Non vogliamo farne pubblicità ma vedere di distinguere i cortili dove ci sono gente venuta dalla zona di Duru e registrare altre famiglie concentrate in villaggi periferici della nostra parrocchia. Un signore dell'ONU, residente nella cittadina di Bunia e precisamente dell'organismo OCECIA(?) ha incoraggiato per aprire un campo di accoglienza a sud di Dungu,lontano 20km, , sulla strada di Ndedu. Personalmente incoraggio la gente a cercare della terra libera che è tanta e a fare il campo e la casa.  Non ho che qualche foto disponibile.

Mi hanno riferito che un giovane, Christian, che non conosco,era presente colla sua camera durante i disordini. Lo cercherò. CIAO SISKO

 

Violenze di Frontiera


Dungu, il sabato 27.09.08

Oggi c’è mercato qui vicino a noi. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati. Abbiamo stamani ricevuto la visita del prefetto della scuola secondaria,Istituto Duru a Duru. Ci ha consegnato la lista degli alunni rapiti dalla LRA il 17 settembre:61.Fra poco parto in moto per attraversare la cittadina e raggiungere il sito internet. Passerò davanti all’ abitazione Monuc,teatro di saccheggio giovedi scorso. Sono sette km su strada pessima.In questo momento dovrebbe avere luogo una riunione tra autorità e altre persone influenti del territorio in centro città nella parrocchia guidata dai preti locali. L’autorità locale, capo di “collettività” è il convocante, Constant.
 
 
Dungu, il venerdì 26.09.08

Un camion con militari congolesi è posto all’incrocio delle strade col muso verso il nostro ponte sul fiume Dungu. Altri militari congolesi fanno la guardia alla casa degli “Osservatori”. Un grande telaio(chassis) di camion sbarra ancora la strada verso il secondo ponte e la zona amministrativa. E’a soli 100m dal camion dei militari. Era stato messo ieri dalla folla per sbarrare il passo ai mezzi Monuc. Oggi padre Xavier è potuto passare colla macchina entrando nel cortile della casa dell’Ofida(agenzia della dogana) che sta difronte alla barriera. Ci si interroga chi sta dietro ai pochi fanatici che hanno scaldato le orecchie anche ad altri faciloni e hanno osato tanto. La polizia locale è apparsa inesistente. Cosi i capi.Stamani ci sono stati due voli: un quadrielica e bielica. Abbiamo avuto la breve visita del governatore regionale che è venuto fino in città ma ha preferito non pernottare. Certamente era a bordo del bielica che è decollato verso le 15h. Nelle nostre strutture parrocchiali abbiamo ospiti famiglie che vengono da 60-90 km, cioè dal territorio della parrocchia di Duru. Ci sarebbero altre storie tristi da raccontare. Aumenta il numero degli assassini a sangue freddo, per opera della LRA. Ci sono cadaveri insepolti o che galleggiano sui fiumiciattoli. Le vittime sono normalmente uomini, colpiti al collo e al fianco colla baionetta e poi finiti a colpi di bastone o martello sulla testa. Alcuni LRA vestono in civile. Molti portano stivaletti, fucile e altro. Piombano nella notte nei cortili. Fanno la caccia all’uomo. Un nipote della moglie del nostro cuoco e poi lo zio di un ragazzo incontrato ieri sono tra queste vittime. In città e in tante famiglie diventa difficile sfamare la gente ospite. Nel cortile del nostro cuoco ci sono 19 ospiti. Mentre i membri della famiglia sono otto.I capi locali sembrano non esistere. Non abbiamo stock alimentari per emergenze. Ci sono le campagne che hanno ancora molta manioca e pondu ma ancora per poco tempo. Tocca alla autorità civile organizzarsi. Questo sabato padre Javier andrà ad incontrare il capo di “collettività” . C’è da distinguere tra gli scappati quelli dei vicini villaggi, semplicemente per eccesso di paura.
Oggi le scuole non sono state aperte. Tutti i centri scolastici della parte Est non si apriranno più.C’è troppo pericolo e paura. Un centinaio di alunni sono stati rapiti in tre villaggi in un solo giorno:Kiliwa,Duru,Bayotè. La furia distruttiva e assassina della LRA dice che la popolazione deve sgomberare.  
 
 
Dungu, il giovedì 25.09.08
 
Altre notizie tristi arrivano alle nostre orecchie tramite gli sfollati che cercano alloggio da parenti o amici o alla missione/parrocchia cattolica o protestante Seca o Aog. Dei disordini si registrano nella cittadina Dungu. Sapremo meglio nei giorni a venire le cause e le dinamiche di essi. Un piccolo elicottero della Monuc, basato alla base aerea,Monuc, 5km fuori Dungu, a est, sull’asse stradale sudanese,Est. Ha sorvolato più volte il quartiere nostro, Bamokandi e quello del Centro, tra i due fiumi, Kibali e Dungu. Credo che nel quartiere Uye, non sia successo niente; in esso risiede il nostro vescovo, Richard Ndomba, rientrato sabato scorso e poi ci sono i servizi logistici diocesani della “Procura”. Al Centro ci sono il quartiere della polizia e quello degli uffici statali, nel passato chiamato “zone” e ora “territorio”. Da quest’anno al Centro si sono stabiliti anche, in una vecchia abitazione coloniale,ora proprietà del capo di “Collettività”( insieme dei villaggi, cioè circondari aventi una gestione tribale), gli ufficiali militari Monuc (Apparato militare ONU in Africa), meglio chiamati “Osservatori della Monuc”. Sono circa 5 e di diverse nazioni:Egitto,Mali,Giordania,Uruguay,Bolivia. Ho appreso tardi verso mezzogiorno che della popolazione verso le 8h aveva sfondato il portale del cortile della autorità Monuc e spinto fuori fuori sulla strada una delle loro auto, Toyota, climatizzata, e poi dato fuoco. Hanno fatto irruzione nel loro cortile e abitazione e fatto danni di cui non sappiamo il valore. Mi ricordo che entrai una volta nella loro veranda. Era domenica pomeriggio. Accompagnavo il confratello Gobbi che veniva dalla missione Duru, vicino alla frontiera e in pieno territorio LRA, per uno scambio di informazioni. Vedetti una grande parabolica di 2m di diametro piazzata su un rimorchietto. Speriamo sia senza danni! Non ho ancora passato il ponte del nostro quartiere per andare a vedere.Era mia intenzione farlo ma la barriera che incontrai sulla strada-erano le 10h30- mi fece cambiare parere.
Mi trovavo in moto sulla strada principale per Duru, ancora nel nostro quartiere, quando stamani alle 9h50 circa incrociai un convoglio della Monuc a tutta velocità,con soldati col casco blu postati con mitraglia sopra i veicoli; andavano in città. Mi chiedevo cosa era successo, ne ero allarmato. I soldati congolesi erano con loro;un camion bianco della Monuc era carico solo di loro. 10’più tardi raggiunsi il camion che avevo incrociato e che era alla fine del convoglio, giusto quando rallentava a causa proprio di una barriera stradale fatta dalla gente, giovani del nostro quartiere chenon conoscevo. Ero con un papà che aveva sepolto un suo figlio di 25 anni giorni fa, martedi 22/09,ucciso colla baionetta nella notte di domenica 21/lunedi22 sulla strada di Duru al villaggio Kpayka,15km dopo Kiliwa, verso Duru. Era nel pieno della notte quando dormiva con ospite un amico che veniva dal villaggio Ngilima per soccorrere la sua famiglia quando entrambi furono trascinati fuori della casa e pugnalati. L’ospite ancora agonizzante fu ucciso a bastonate.
Questo papà, è il fratello maggiore della moglie del nostro cuoco. La colonna Monuc era composta di 4jeepponi,tre autoblindo e un camion. Nel frattempo nella mattinata arrivarono due aerei quadrielica della Monuc, probabilmente per scaricare materiale logistico. Anche ieri pomeriggio un quadrielica alle 16h sorvolò la nostra chiesa in direzione della pista lontana 4km. La Monuc sta certamente accelerando gli aiuti pure agli stessi militari congolesi che non hanno per supporto logistico che la Monuc. La gente accusa la Monuc di non prendere la difesa di essa e ritiene la monuc complice della LRA. A mio avviso c’è qualcuno tra la popolazione che insinua di proposito falsità. Incontrammo giovani che invitavano altri sulla strada a formare un gruppo ed andare manifestare la loro collera alla base aerea monuc. Non abbiamo notizie maggiori in merito.
La A.T.-amministratore del Territorio- massima autorità civile, politica, congolese locale, è mal vista dalla gente. Giorni fa ha tenuto un discorso alla radio protestante invitando la gente alla calma ma sembra con un tono che svalutava troppo l’allarme della gente e le numerose notizie di morti che supera di gran lunga la decina menzionata dal signor A.T. Ho appreso che si era reso introvabile.La barriera vicino al ponte del nostro quartiere era vicino all’abitazione del capo del “groupement”,circondario. Dov’era oggi? E l’altro capo locale di quartiere, suo braccio destro dov’era oggi? Ho invitato in più posti dove mi sono fermato tra la gente a parlare di invitare il capo locale a parlare al mercato e dare spiegazioni alle domande della gente questa domenica verso le 12h. Verso le 13h oggi i soldati congolesi hanno sparato in aria a più riprese per intimidire la gente e fare sgomberare le strade. Un certo numero di persone ha preso la fuga nelle campagne temendo il peggio. Il mio confratello, Javier ed io abbiamo cercato di intrattenerci colla gente nelle vie adiacenti della missione e incoraggiare a rimanere a casa calmi. 
 
 
Dungu,  il martedi 23.09.08

LRA (Lords Resistent Armee) sono mostri non uomini.Mercoledi mattina,17 settembre, è stata una giornata di violenze su numerosi villaggi della parrocchia di Duru. Scuole e mercato sono stati i luoghi presi di mira.
Paura e tristezza sono nell’animo di tanta gente. Anche oggi le scuole sono chiuse
Oggi abbiamo cominciato in città a fare il censimento della gente scappata e rifugiatasi presso familiari o conoscenti. Parte della popolazione vicino alla frontiera sudanese è scappata in Sudan. Anche i nostri tre confratelli di Duru. Per Radioricetrasmittente e per sms abbiamo appreso che anche padre Mario Benedetti, settantenne, si è rifugiato in bici alla missione sudanese di Yambio,lontana 60 km da Duru, domenica sera. Chi scappa e’ gente della parrocchia confinante della Missione Duru e anche dei nostri villaggi più a est. I guerriglieri LRA hanno ucciso alcuni adulti a sangue freddo con macette o scure o pugnale;hanno bruciato scuole e case e distrutto beni quali moto, bici,bidoni pieni di olio di palma; hanno mostrato il loro volto e cosa vogliono. Hanno rapito un centinaio di alunni,degli insegnanti e alcuni adulti. Vogliono terra bruciata intorno a loro. Non vogliono che la popolazione li veda e possa dare informazioni alle nostre autorità civili e militari e della MONUC (ONU). Vogliono impadronirsi dei campi seminati della gente. Mercoledi scorso LRA si è presentata al momento del mercato su più villaggi verso mezzogiorno o nel primo pomeriggio. LRA si sente braccata e isolata a livello internazionale. LRA non ha più i tradizionali appoggi palesi o nascosti di quando stava in Uganda, sua patria. Il governo di Khartum non la sostiene più.
Kampala e Kinshasa sono contro. LRA conta-si stima­­-circa 900 giovani uomini, nascosti nelle foreste nostre verso la frontiera. Sono presenti dal 2003. Hanno fucili e altre armi che conservano per attacchi militari. Colla popolazione si servono per uccidere soprattutto della macette. Il fucile fa rumore ma la macette no.
Venerdi è stato un giorno di panico cittadino. Alcuni genitori hanno seminato il panico nelle scuole quando si sono presentati durante le lezioni per ritirare i loro figli e hanno sparso la notizia che la cittadina sarebbe stata attaccata dalla guerriglia LRA. Qualche autorità e dei preti pure hanno cercato di nascondersi. Padre Xavier ed io, già un po’al corrente dei disordini al villaggio, Kiliwa,45km a est,avvenuti il mercoledi, pensammo di visitare le autorità della base aerea Monuc a 5km direzione Est e metttere insieme le notizie che arrivavano da più parti. Erano le 13h. Incontrammo un centinaio specie donne e bambini sulla strada che scappavano e venivano dai villaggi dell’asse stradale, Dungu-Duru:est/ovest. Un grosso aereo quadrielica,bianco, della Monuc colle lettere UN arrivò alle 10h e poi durante la giornata tre grossi elicotteri con una grande elica portarono materiale presubilmente logistico militare. Almeno per due notti due blindati medi della Monuc e delle jeep sorvegliarono la cittadina e i suoi tre ponti. Due fiumi Dungu e Kibali si incontrano e originano il grande fiume Uele. La monuc ha di fronte al suo campo,poco lontano e aldilà della pista aerea in terra battuta, un campo delle forze armate congolesi (FAC), un gruppo di fanteria di 300 unità. Facevano la ronda su Dungu insieme. Mentre le FAC ricevono il loro aiuto logistico, tengono da sabato due posti di blocco a 25km (Limai) e 45km(Kiliwa) in direzione Sudan. Molte scuole in Dungu non hanno ripreso oppure parzialmente. Alcuni insegnanti non si sono ancora presentati. IL ciclo completo della E.P. Kiliwa ha gli edifici bruciati. Alcune case del vicino campo dei catechisti e insegnanti pure. La chiesa vicina è intatta. Si contano 4 adulti uccisi a Kiliwa.Sono stati presi di mira i capi di villaggio di Kiliwa,Duru,Bayotè.Quest’ultimo arrivò ieri a Dungu con grosse ferite di macette. E’ fuori pericolo. Una donna di Kiliwa è morta ieri dopo essere arrivata a Dungu, in seguito alle ferite di pugnale subite giovedi scorso. Giovedi fu ucciso a Kiliwa sulla strada principale il pastore protestante delle confessione SECA. Era in bicicletta e trasportava due bidoni in plastica, pieni di olio di palma;ciascuno di 20l;lo uccisero a colpi di scure sulla testa; gli distrussero la bici e i bidoni.
Il capo del villaggio di Kiliwa fu ucciso a colpi di macette durante il mercato del mercoledi e poi dato alle fiamme. Il capo del circondario di Kiliwa era al mercato quando fu preso. Si dice che durante il cammino gli fu cucita la bocca e più tardi ucciso. Non abbiamo conferme. Due ragazze di Kiliwa prese al mercato riuscirono a scappare uno o due giorni dopo, quando erano a circa 10km da Kiliwa. Stavano raccogliendo legna da ardere con una terza ragazza che invece fece ritorno al gruppo campato in direzione del parco della Garamba. Raccontarono al posto di blocco di Limai che i maschi legati e rapiti erano sono 14 e le ragazze 10 invece di 12. Tutti di Kiliwa. Ma con loro dovevano esserci anche degli adulti. Alla missione di Duru è la desolazione. Sembra che arrestarono gli alunni di 4 classi secondarie, Institut Duru. Forse circa 80. La scuola non aveva cominciato il suo ritmo normale-dicono- e molti alunni erano assenti. Arrestarono pure degli insegnanti. Alla Missione fecero saccheggio e caricarono il bottino sugli alunni. Trovarono padre Gobbi e Magalasi. Chiesero notizie di p.Benedetti Mario che ebbe il tempo di scappare fuori e nascondersi nel villaggio, prendendo con sè il telefono satellitare,Turaya e dare notizie altrove. L’edificio antico e più grande del complesso abitativo fu dato alle fiamme. Le lamiere del tetto, si sono fuse.Rimangono che dei mattoni annerriti. Là c’erano anche le stanze e uffici di p.Magalasi e Mario. Anche la radio trasmittente era là al solito posto, vicino alla veranda. L’ufficio parrocchiale e annessi della missione non furono danneggiati. P.Gobbi fu ben legato, interrogato e poi picchiato. Gli tolsero gli occhiali,l’orologio e le scarpe. Il giorno dopo, giovedi, p.Gobbi e Magalasi furono trasportati con due moto di conoscenti, capitati per caso nelle vicinanze, in territorio sudanese, nella cittadina di Yambio. P.Mario si decise e ne fu convinto da altri solo giorni dopo a raggiungere Yambio domenica in bicicletta. A Duru ci furono 4 uccisioni. Il commerciante Rafael è uno di quelli confermato in fretta. La sua moto e un’altra di un vicino furono chiuse in una sua casa e date alle fiamme. I guerriglieri si sono ritirati ma alcuni villaggi sono visitati tutt’ora. Il capo di Bayotè mentre sembrava morto e abbandonato nel suo cortile fu rivisitato ma senza la stessa furia assassina. Rapirono alcuni membri della sua famiglia.
Secondo la testimonianza del direttore scolastico del villaggio vicino, Lilika, 12 alunni furono rapiti. La strada principale che ci assicurava carburante e altre merci in provenienza dal Sudan ci resta sbarrata. Il nostro piccolo aereo della diocesi ha quasi finito la sua riserva. Le altre strade sono impraticabili. Solo le moto e le bici stracariche passano. Sulle vie di Dungu e dintorni gira gente alla ricerca di una nuova dimora, almeno provvisoria. La paura è ancora tanta specie in quelli che vengono dai dintorni nord-est. Alla Missione di Bangadi, 90km nord da Dungu, non ci sono scuole aperte neppure là. Dicono che gli LRA sono stanziati a 30 km nord-est. Mentre qui a 55 km est.
Là non c’è ancora una base militare FAC. Quale evoluzione? Il capo politico locale, di Dungu, A.T.(administrateur territorial) assicura che fra giorni ci arriverà in soccorso una brigata di soldati. Intanto manda sms alle sue autorità superiori per aggiornarle e si incontra con altre autorità nel “comitato di crisi”. Stiamo facendo il censimento delle persone scappate a Dungu. C’è chi è abbondante nelle cifre:30.000...assurdo e chi cerca di essere onesto e realista e estima una cifra per eccesso di 750 persone. Tanta gente vive e si nasconde ancora nelle campagne controllate dal LRA. Altri sono scappati aldilà della frontiera. La popolazione di Dungu non supera i 6000 abitanti. Lunedi 24 un papa catechista di Limai ci ha confidato la sua tristezza:inviò la sua figlia di 15 anni ad una sorella di lui catechista. Sembra finita nelle mani dei LRA. Una coppia incontrata questo martedi,ospite di una famiglia a noi confinante, ci confida che era in viaggio con 5 figli, diretti a Dungu, quando incontrò gli LRA. Presero possesso di 4 figli. Gli lasciarono il penultimo di forse 5 anni. L’ultimo aveva 2 anni e mezzo. Altra famiglia, arrivata ospite dalla moglie del nostro cuoco, racconta che il fratello della moglie fu ucciso a bastonate nel suo cortile al villaggio Kpayka, domenica nella mattinata. Non si spiega la ragione della uccisione. Il direttore della scuola primaria del villaggio, Nakale, è arrivato a Dungu. Racconta che la sua casa a Duru fu bruciata. Una sua nipote, di 14 anni, mentre era in classe all’Istituto Duru a Duru fu portata via con tutti i compagni. Spero di incontrare presto il professore Tumba dell’Istituto Duru arrivato a Dungu che riusci’ a sfuggire alla cattura nella confusione generale. La gente si chiede che cosa fa il governo per difendere le sue frontiere. La sfiducia della gente è tanta.
Ciao dal Congo P.Franco Barin
 

martedì 22 aprile 2008

Note Sparse



06 Settembre 2008

L'anno scolastico in Congo è cominciato il primo settembre ma ci sono molte scuole dove si fanno solo le iscrizioni e un po' di lavoro manuale per riparare gli edifici in fango e paglia e in altre scuole specie alla capitale dove gli insegnanti sono già in sciopero perché mal pagati. Molti adulti in tutti i settori della società sono abituati a imbrogliare e nel mondo della vita pubblica molti restano impuniti. Le persone vittime non sanno organizzarsi per protestare o denunciare fatti precisi. Ciao da Dungu

02 Settembre 2008


Eccomi all'ingresso della nostra casa in compagnia.  
E' il momento di dire addio a Ronald del Sudafrica (barba bianca) e Romeo del Guatemala (maglia rossa). Padre Saverio, spagnolo, basco e parroco li accompagnerà a prendere il piccolo aereo a 5 posti per portarli a ISIRO. Da là prenderanno altri due aerei per arrivare alla capitale e riprendere l'anno accademico. Loro studiano per essere poi ordinati sacerdoti comboniani. Nella foto stando in penombra si vede pure padre Peter Magalasi, comboniano sudanese di 76 anni, ospite per alcune settimane da noi. Si vede pure suora Raymonda dell'ordine diocesano delle Domenicane caterinette fondate dalle domenicane valloni e poi ecco il giovane prete diocesano Liga Jean Marie che porta ancora il camice della messa mattutina. Aveva fatto colazione con noi. Era in vacanza da un suo parente. Era stato nominato parroco nella missione di Doruma a 130 km alla frontiera sudanese. La CHIESA SI FA AFRICANA e UNIVERSALE. Ciao p.Franco

DUNGU, Venerdi il 29-08-08

Stamani sono ripartiti per Isiro i nostri due studenti, tirocinanti,col nostro piccolo aereo diocesano, comperato dai cattolici canadesi. Il pilota, si chiama Maxim; è un simpatico meticcio di genitore togolese e altro genitore canadese, bianco. L’orario del volo è condizionaato dalle condizioni atmosferiche. Il cielo si è schiarito sulle due città di Isiro e Dungu solo alle 9h30. Il volo dura 40’ per un percorso di 160km aerei. Ci siamo fatti compagnia per quasi due mesi. Ronald è africano del Sudafrica e Romeo è guatemalteco di lontane origini spagnole. Ora in comunità siamo in tre: Janvier, 60 anni, è dei Paesi Baschi spagnoli cioè della diocesi di Pamplona e Peter di 76 anni è sudanese, tribu’Lango,nero come il carbone della frontiera ugandese. Comprende e parla molte lingue. Ora il lavoro suo è mettere per scritto la grammatica della sua tribu’usando l’inglese come lingua intermediaria.E’ un confratello che ha molta esperienza e che ha viaggiato molto anche in Italia. A guardarlo sembra un vecchio gorilla. Usa degli occhiali bizzarri, dalle lenti enormi.
Quando parla gesticola molto e la sua voce va lontano. Il suo modo di vestire è un po’ antiquato ma quando lo accompagno in città si fa elegante col completo nero e collo clericale.

Dungu il 04.08.08 lunedì

È ormai un mese che mi trovo qui, dove già vissi 6 anni. Allora avevo 34 anni. Proprio 20 anni fa.
Trovo qui tante cose lasciate da me, che mi ricordano il passato e persone locali. Nel frattempo tanti altri confratelli si sono succeduti e tanti avvenimenti hanno marcato la storia della Missione.
Sono contento di salutare vecchi e ex collaboratori del Centro. Mi dispiace vedere che tutti i pozzi con pompe a braccio installate in più posti del quartiere, sono fuori uso. Nessuno se ne interessa.
La gente non fu coinvolta abbastanza a prendere a cuore tali opere.
La gente ha una natura molto generosa e si accontenta di sopravvivere. Ignoranza e superstizione condizionano molto la cultura locale. Anche i preti locali tendono ad adagiarsi al ritmo locale del quieto vivere. Ma a 400km verso le montagne ci sono altre tribù, Logo, Nande, ai quali la natura dura ha dato caratteri forti e creativi.Sono arrivato il 7 luglio con un piccolo aereo di 5 posti, dopo un volo di 40’, direzione Est, 200km verso il Sudan. Conto rientrare a ISIRO alla fine di ottobre. La mia presenza qui è per fare compagnia ad un confratello espagnolo, Javier, basco, rimasto solo essendo l’altro,Sergio, andato in vacanza in Italia.Qui non facciamo uso di frigo a petrolio. Il piccolo generatore lo accendiamo due volta alla settimana per riempiere la cisterna d’acqua. A giorni alterni c’è un piccolo mercato a 150m e allora comperiamo qualcosa per la cucina. Anche le stradine del quartire si animano di gente e il mercato diventa il luogo d’incontro degli abitanti che altrimenti restano isolati nelle loro campagne.La domenica è il giorno più animato perchè molti vengono anche alla santa Messa e poi passano al mercato

Dungu, il 17.07.08

Splende il sole, però all’ombra fa fresco,25 gradi. Sono vestito della semplice camicia verde con maniche corte. Fra un’ora uscirò in moto AG-Yamaha per andare dall’altra parte della piccola città, all’unico punto Internet gestito dai Fratelli dell’Istruzione Cristiana (FIC). Una volta la comunità era costituita da solo canadesi e ora sono solo congolesi. Tutti sono insegnanti. Col loro stipendio cercano di coprire le spese correnti comunitarie. Un insegnante prende la media di 35 £ al mese.
Ci andrò in compagnia di uno studente comboniano guatemalteco, arrivato assieme a me qui il lunedi 7 luglio. Lui e il suo compagno sudafricano rientreranno a Kinshasa all’inizio di settembre per riprendere gli studi di teologia. Mentre io d’accordo con Eliseo Tacchella,veronese, padre provinciale rientrerò a ISIRO forse in novembre cioè quando il mio confratello Sergio Cailotto di Recoaro, rientrerà dall’Italia.Sono qui per fare compagnia al parroco spagnolo, Javier, che altrimenti sarebbe solo. Qui crescono bene gli agrumi. C’è un clima buono. Siamo quasi allo spartiacque e al confine col Sudan. Ad un centinaio di km scorrazzano come una bestia in fuga alcune centinaia di guerriglieri ugandesi Acioli ricercati dalla polizia internazionale. Era quasi Natale nel 2007, che alcuni di loro sono entrati di sera nella nostra missione, Duru. Colle armi puntate si fecero servire e aiutare a portare nella vicina foresta il bottino. Trovammo alcuni giorni dopo la nostra radio trasmittente gettata in un ruscello.

03 Luglio 2008

Oggi a pranzo ho avuto la comunicazzione che lunedi partirò in aereo, Petit-porteur (4posti) per Dungu. E' lo stesso aereo che accompagnerà p.Sergio a Isiro. Lui continuerà per KIN un altro giorno. Quando lui rientrerà dalle vacanze e cure mediche allora io rintrerò a Isiro. Spero fine ottobre o meglio quando Dio vorrà!! Viaggerò con due scolastici comboniani. Non so se il 4. posto sarà occupato da chi o da merce nostra. Ho appena scritto un messaggio alla comunità cristiana di Penghe, lontana 45km per disdire la mia visita questa domenica. Celebrerò la S.Messa al pomeriggio qui a Isiro. Andrò in un paese di 10.000 abitanti,sede vescovile, dove vissi già 6 anni: Mi farà piacere incontrare della gente conosciuta. E' un ambiente a maggioranza tribù Zande. Non avrò l'antenna internet in casa come a Isiro ma dall'altra parte della città, cioè a 7km. Il segnale del telefono portatile invece arriva in casa. Mi ero già troppo abituato alla parrocchia di Santa Anna a Isiro!! Questi spostamenti mi aiutano a tenermi giovane!! CIAO p.Franco

30 Giugno 2008

Ecco una foto con arachidi e granoturco primizie dei campi, ancora lavorati solo colla zappa. Non esistono né macchine agricole né animali da traino.Alla messa "prima" delle 6h30, ogni domenica un centro di ascolto, piccola comunità di quartiere del Centro, a turno, ci offre del cibo per nutrire la comunità sacerdotale che vive a servizio della comunità parrocchiale. La comunità cristiana prende lentamente coscienza di prendersi a carico il soggiorno dei preti e dei religiosi della parrocchia. Una Chiesa è adulta quando ha personale formato e navigato e una economia di autosufficienza, anzi quando aiuta pure altre Chiese in stato di necessità. CIAO FRANCO

26 Giugno 2008

E' mattino, 7h. Accesi come al solito il pc per avere la connessione internet della città, che al mattino presto è discreta. Non c'è. Chissà perché no. Alle 7h30 apriamo le porte ai nostri operai dell'officina meccanica, falegnameria, orto e manutenzione stradale.
Una cappa di nebbiolina avvolge questo piccolo angolo di mondo. Molta gente, chi ha abbastanza salute è già partita al campo, i più a piedi. E' tempo di seminare il riso e fare la guardia alla semente per qualche settimana affinché gli uccelli non distruggano la semina.
Stamani poca gente alle 6h15 era alla messa quotidiana del centro. Anziani e bambini restano in città ma l'umidità nell'aria fa sentire freddo -21 gradi- e quindi solo le persone più coraggiose vengono alla preghiera mattutina. Ma altri già avanti l'alba sono partiti al campo. Altri ancora dormono al campo, in qualche modo. Una piccola veranda spesso è costruita in fretta per una piccola protezione. Il tetto è in foglie e le pareti con rami di palma o canna di bambu'.


....Da dove parcheggiai la moto feci 90' a piedi. E' un viaggio che faccio sempre
accompagnato da due persone, ogni volta diverse. Là pernottai.
Un abbraccio. Vostro p.Franco



martedì 18 marzo 2008

Buona Pasqua 2008


ISIRO, venerdi il 29.02.2008

Stasera ho scoperto bella musica nel mio pc come il "Danubio blu". Cosi mentre ti scrivo ascolto in cuffia della musica che mi rilassa prima di andare a letto e che  mi aiuta ad elevare lo spirito. Sono solo 35kb=+- 7'.
Che piacere! La lunghezza dei pezzi registrati varia da 35kb a 200kb.
Devo ringraziare ancora una volta Eliseo che fu lui a scaricarmi quella antologia di testi musicali. Ora lui è divenuto nostro capo cordata dei Comboniani cioè padre provinciale in Congo.
Usando le cuffie consumo poca energia e non disturbo il confratello vicino di stanza. Oggi abbiamo finito di stampare il giornalino della parrocchia e fare il programma del nuovo mese che include la grande FESTA DELLA PASQUA CRISTIANA.

Questa settimana sono rimasto molto in casa. Uscirò questa domenica due marzo. Visiterò un villaggio,lontano 20 km. Viaggerò da solo. Da solo posso godere di un migliore molleggio della moto. Da giorni sento un po' di malessere-...sciatica- alla coscia sinistra. Ciò dipende dalla mia schiena. Devo intensificare la ginnastica alla schiena al mattino e sera per rinforzare i muscoli di essa.
Oggi pomeriggio sono andato a pregare la "Via Crucis" in un centro di ascolto del quartiere. 50% dei presenti erano bambini, circa 15. Sono stati rispettosi e pazienti per tutta la durata della preghiera:35'.
Eravamo radunati all'aperto: chi in piedi e chi seduto. Molti bambini avevano seggiolini a misura loro. Un papà falegname ne fece più di uno, dietro un piccolo compenso.
Venendo a casa a piedi e in compagnia del confratello, Luis, costaricano, ci siamo fermati a salutare piu' persone. Lui fa ancora tanta fatica a dominare le lingue francese e lingala. Vicini alla nostra chiesa c'erano 22 adolescenti che giocavano al calcio. Una squadra per distinguersi si mise a petto nudo. Tutti giocavano a piedi scalzi. Raramente mi fermo a fare della presenza sul campo. Ero quasi l'unico spettatore di cui solo io adulto. Credo che la mia presenza abbia loro fatto piacere. Noi adulti abbiamo difficoltà a stare accanto ai giovani o adolescenti. Ho scherzato un po' con un giovane che si dava delle arie davanti ai suoi coetanei. Si era bevuto davanti a me 1/5 litro di vino di palma, appena comperato al passaggio di un giovane venditore sull'imbrunire. Piace anche a me ma non accetto di bere alla tazza dove tanti hanno appena bevuto.Erano ormai le ore 18.Sulla strada c'erano molte donne che rientravano curve con la schiena supercarica come degli asini. Venivano dai campi con legna e cibo. Non esistono nella regione né asini, né cavalli e né vacche.
Alle ore 18h30 la vita sociale termina. Alle 18h50 è buio ed è cosi tutto l'anno.

ISIRO,GIOVEDI,il 13.03.08
Da ieri mattina si tiene nel nostro centro pastorale un seminario di formazione dei nostri agenti pastorali di  un settore della foresta a noi vicino. Si tratta di nove villaggi. Ognuno dovrebbe mandarci 5 persone, considerate il Consiglio ristretto di comunità. Ne sono arrivate 29. Tanti non sono venuti ma tutti i villaggi sono rappresentati. E’ un appuntamento trimestrale di due giorni e mezzo. Ognuno deve contribuire per il soggiorno con circa mezzo euro.
Sabato scorso,otto marzo, circa 230 donne si sono date appuntamento  davanti alla chiesa per andare a sfilare allo stadio della città e incontrarsi con quelle di altri Associazioni e gruppi sociali e religiosi. Il gruppo nostro celebrò il giorno della donna con una giornata intera (venerdi) di formazione.
Questo sabato partirò alle 14h in moto per andare a celebrare le “Palme” nel settore più lontano, Ndubala,lontano circa 80km. Durante la settimana santa, farò più viaggi nei dintorni per poi celebrare la Pasqua, nella notte a Peng(h)e, distante 45km e poi al mattino (10h) ritornare e fermarmi a Isiro-Moke’ a 10km dalla città. Nella notte (19h) useremo delle lampade a petrolio.
Le messe delle grandi feste durano circa tre ore.
Ieri mattina,durante la Messa, al momento della Comunione, il solito ladro, venuto da un altro quartiere, ha approfittato per andarsene con la bici di un nostro cristiano.
Un popolo nuovo nasce là dove c’è chi è pronto a morire per il suo popolo.Con Gesù, il Giusto, condannato a morte,nasce il nuovo popolo d’Israele, la Chiesa.

BUONA PASQUA   VOSTRO P. Franco Barin



venerdì 7 marzo 2008

Donne congolesi: pettinature da esportare bellezza da scoprire


Cari amici gustatevi  la bellezza delle trecce femminili tra la mia gente congolese. Le prime due immagini sono della moglie del nostro lavandaio, qui sanno farsi delle pettinature da rendere gelose le ragazze europee. La terza immagine che vedete è una suora missionaria domenicana originaria del Camerun che lavora nella nostra parrocchia.
La festa delle donne dell'otto marzo è molto sentita anche nella foresta. Una  quindicina di donne hanno percorso  55 km a piedi per arrivare in parrocchia e partecipare al loro ritiro di una giornata precedente l'otto marzo. La giornata dell'otto marzo sarà trascorsa soprattutto sulle strade della città in una sfilata di donne. Prima dell'iniziativa cittadina, Noi proponiamo una messa mattiniera alle 6,30 in parrocchia e poi una preghiera organizzata in città al sito dove nel 1964, una suora congolese, Anoalite, fu uccisa da un militare al suo rifiuto di svendere il suo corpo. Il coraggio di quella donna sia sempre un punto di riferimento anche alle altre donne che vogliono tenere  alto il loro profilo.
Oggi vigilia, sono radunate nella nostra grande sala, per tutta la giornata circa 230 donne.

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martedì 4 marzo 2008

Festa della Donna in Congo



Lentamente apprendono coscienza della loro dignità. Non sono meno degli uomini ma semmai li superano in maturità e abnegazione familiare e sociale e ecclesiale.



martedì 26 febbraio 2008

Festa delle donne


Ecco una fotografia di una alunna che per pagarsi le spese scolastiche viene a venderci legna per la nostra cucina. Un indice di sviluppo di una tribù è il tasso di scolarizzazione femminile. E' tendenza generale trattenere le ragazze nei lavori di casa o della campagna. Presto ricorre la festa dell'otto marzo e quindi delle donne. Nella nostra cittadina ci sarà una sfilata di donne per la città, organizzata dalle autorità civili.
Noi in parrocchia organizzeremo delle conferenze e proietteremo il film: Ester, coraggiosa donna ebrea che ama e salva il suo popolo.


vostro p.Franco
 

Il Regno di Dio


Il Regno di Dio non ha confini. Ogni fiore ne è una sfaccettatura e ogni volto una Incarnazione.
Ciao e buona giornata....vostro p. Franco
12.02.08

sabato 23 febbraio 2008

Gloria


Gli uccelli cantano nell'eterna estate del Congo.
Che canti anche il cuore di ogni bresciano le lodi a Dio Creatore.
 
 

Stagione secca


Domenica, 10.02.08 21h11=20h11 in Italia

Da tempo non scrivo alcun commento sulla mia vita di Missione. E’ mia intenzione visitare molti villaggi soprattutto lontani piu’ di 40 km che abbiamo trascurato l’anno passato, durante la stagione delle piogge. In questo nuovo anno ho già passato molti notti nei villaggi. Alcuni mi erano completamente nuovi. Oggi sono rientrato alle 17h40 dopo essere partito il mercoledì delle ceneri al mattino. Ogni giorno ho incontrato un villaggio dove ho ripetuto le stesse letture della messa del mercoledì, toccando il tema della Quaresima.

Stasera si è concluso il torneo africano di calcio e l’Egitto ha vinto una seconda volta la coppa. Nelle mie omelie ho accennato al calcio africano e alle partite di allenamento, senza le quali non si può vincere nessuna competizione. Cosi nella vita spirituale è necessario provare, esercitare il proprio carattere per conoscere se stessi nelle prove, difficoltà della vita e non perdere la battaglia con se stessi cioè con “l’uomo vecchio”che cerca il dominio sul mondo e il possesso delle cose. Gesù è il nuovo Adamo che non cede alle tentazioni del potere mentre è nel deserto e soffre la fame, cioè digiuna per esercitare la sua volontà umana a non accettare tutte le cose facili e belle ma contro gli uomini. Ho invitato le piccole comunità a prendere sul serio il lavoro comunitario del villaggio di ogni giovedì mattina e poi ad autolimitarsi nella bevanda alcolica. Quasi ogni adulto dei villaggi è proprietario di piante di palma da vino, che lui stesso pianto’. La linfa di questa pianta è molto zuccherina quando è fresca. La stessa linfa viene fatta fermentare e poi distillata. Piace anche a me. Donne e uomini ne bevono in grande quantità, soprattutto la domenica pomeriggio e durante gli interminabili riti funebri. Ci sono grandi foreste di canne di bambu’.

La gente si serve di due pezzi di canna per creare la distillazione. La linfa fresca si presenta come latte, bianca e schiumosa. In questa settimana ho percorso un sentiero di cinque ore e mezza a piedi. Era al 70% in foresta. In tutto ho fatto 11 ore a piedi e fatto tappa in 4 villaggi. Ero distante 65 km dalla città di Isiro. L’emozione più grande l’ho avuta al passare 200m di palude. Un giovane mi ha sempre accompagnato o dato la mano, mostrandomi dove mettere i piedi sulle erbe galleggianti e fangose e nere. Il livello dell’acqua era basso, circa di due metri. Su più tratti ho camminato sulle canne di bambù che sprofondavano, anche di 20 cm, sotto il peso della persona. In due momenti soli sono sprofondato con una gamba fino al ginocchio. L’acqua era putrida. Ho avuto modo di vedere sulla gamba di un giovane una sanguisuga di quasi 3 cm. Aveva come una testa alle due estremità. Era nera e del diametro di una penna bic. La bestiolina non aveva avuto il tempo di mordere la gamba. Quando morde per succhiare il sangue lascia una buona ferita. Durante il mio viaggio ho lavato più volte i miei jeans ma in modo sommario. Sono arrivato a casa che puzzavano della palude. Ogni giorno li ho infilati anche se erano ancora umidi. In questi giorni infatti il tempo è stato piovoso, pur essendo il tempo della secca. Ho usato molto degli stivali che mi lasciavano sentire le pietre e radici degli alberi che calpestavo. Nel mercato di Isiro non c’è roba di buona qualità. Ritornando ho trovato due corsi d’acqua cresciuti di livello a causa delle piogge. I miei stivali puntualmente si sono riempiti di acqua. L’acqua mi arrivò al massimo poco sopra al ginocchio. Alcuni tratti di savana erano stati un pò liberati dalle erbe alte e non ancora date alle fiamme. Circa 400 m di savana erano con erbe alte tre metri che volevano entrare nella bocca e negli occhi. Su alcuni tratti di savana sono passato colla motocross vicino al fuoco la cui fiamma però non superava i due metri e poi non era esteso.La gente brucia la savana in genere alla sera, quando è più facile controlllare il fuoco ed è meno caldo. Ieri ho appreso la triste notizia che la chiesetta e due casette adiacenti di una nostra piccola comunità hanno preso fuoco, durante il giorno, a causa del fuoco vicino della savana. Avevo dormito là la prima domenica di febbraio.



Là mi aiutarono a riparare la foratura della moto dopo due ore di cammino e di spinta in mezzo alla savana. Ero solo; erano le ore 16; era impossibile che da solo potessi riparare la moto. In oltre mi accorsi di avere la gomma della piccola pompa fesa in due punti e la colla esaurita. Ricorremmo alla pianta di caucciù che si trova qua e là. Quella domenica forai una seconda volta alle 17h10 quando già attraversavo un villaggio. Allora mi fermai dal catechista; un giovanotto del villaggio e un papà in moto che era ospite là mi ripararono di nuovo la stessa ruota che aveva il copertone disastrato. Alle 19h30, osai ripartire e arrivai in città dopo due ore di viaggio. La settimana prossima uscirò meno, solo due notti e fino a 50 km. Queste ultime tre settimane sono state stressanti. Sono stato molto fuori tra la gente e sempre alloggiato in qualche modo. I miei vestiti puzzavano di fumo perché alla sera stavo intorno al fuoco. Non mi è mai mancata la mia acqua bollita. L’ultima che ho bevuto era stata bollita in un villaggio, sapeva di fumo. Qualche volta mi sono dissetato bene con l’aiuto di un limone. Come sono arrivato in comunità ho mangiato tanta frutta che mi era mancata e che la gente non ha l’abitudine di offrire. Finalmente ho potuto gustare di nuovo un pavimento non più di terra polverosa ma almeno di cemento!
CIAO VOSTRO p.FRANCO



Quando arrivo in un villaggio la gente viene avvertita tramite il suono della campana. Si tratta spesso di un vecchio cerchione di camion, il cui squillo va lontano. Alla fine di gennaio dopo quasi una settimana di safari ho fatto visita alla Missione di Mungbere, lontana 130 km da Isiro. Là all'ospedale gestito dai Comboniani, mi hanno detartrato i denti. Ora luccicano! Passai molte ore a leggere materiale comboniano e preparai la meditazione da tenere ai Comboniani di Isiro, il primo lunedì del mese. Là incontrai una giovane comboniana della diocesi di Vicenza che conobbi a Brescia durante il suo noviziato, Eliana. Eccomi in posa vicino alla moto per rientrare a ISIRO, sabato 2 febbraio.
CIAO. UN CARO SALUTO P. Franco






Carissimi,  
giorni fa abbiamo ricevuto due cartoni mandati per posta aerea da Vicenza a Kampala e poi fatti seguire per il Congo. Erano occhiali e lenti di stile molto vecchio ma sempre utili. C'era dentro anche un apparecchio per misurare il valore di una lente. Non si accendeva ma noi gli abbiamo cambiato la lampada e ora funziona. Ottimo.  
Una volta terminato il lavoro di classificare le lenti lo daremo all'ospedale nostro a 130 km di distanza, perché lo usino pure là.  
Vi mando due foto di una mia visita ad un villaggio. Mangio volentieri il loro cibo. Bevo la loro acqua se sono sicuro che viene da una fonte protetta. Su quel tavolo imbandito c'erano del riso in bianco e spinacci locali misti a bruchi bianchi. Un bambino aveva collaborato a brillare il riso nel mortaio.  
Abbiamo tanti villaggi di contadini da visitare. Il mio apostolato è soprattutto tra di loro.  
CIAO A TUTTI vostro p.Franco