giovedì 9 aprile 2020

Pasqua 2020

Carissimi amici e conoscenti, che la Pace divina sia con voi. 

Oggi martedì santo vi scrivo con un contesto sociale di crescente paura verso il coronavirus anche qui e che già da voi ha mietuto tante vittime e sta mettendo lo spirito di ognuno a dura prova. 

La gente qui visse già degli allarmi al virus come quello di Ebola ma adesso quest’ultimo mette tutti in molte più difficoltà. A livello del Congo il virus sta colpendo molto ora la capitale Kinshasa e precisamente il quartiere delle ambasciate, Ngombe. Mi trovo a 2000 km a est ma da alcuni giorni, due casi sono stati registrati anche a Bunia, vicina città di frontiera. La mia parrocchia di Mungbere –visibile con google- è lontana per strada circa 400 km. 

A proposito, sabato mattina ho conosciuto Denise, una giovane studentessa in medicina che frequenta a Bunia il secondo ciclo universitario. Ha colto l’occasione di 4 moto che rientravano a casa dopo avere trasportato mercanzie. Anche le lezioni universitarie sono sospese a tempo indeterminato cosi come tutta la vita sociale che è in frenata. Ho avuto un attimo di timore di essere infettato dalla ragazza. Lei come tutti pensa di non essere infetta ma la verità di questo virus è di cogliere le vittime di sorpresa! Le ho offerto la possibilità di leggere qualcosa della mia biblioteca. Abbiamo un salone dove lei po’leggere indisturbata. Lascio per prudenza il libro nel salone per il tempo che desidera e per non rischiare un eventuale contagio. Ho cominciato a fare attenzione alle maniglie delle porte in comune che potrebbero essere infettate! Le occasioni in comunità di infezione sono varie. In più momenti istruisco specie le persone che vivono e lavorano da noi di osservare soprattutto alcune semplici attenzioni sull'uso delle mani, del sapone e di tenere una distanza almeno d’un metro! 

Tre confratelli lavorano in ospedale. Là abbiamo 140 letti, tutti occupati e con alcuni malati di TBC ma sotto controllo. Molta giovane popolazione è sieropositiva. Siamo quasi confinati, non visitiamo più i villaggi, non ci sono più attività scolastiche, sportive e religiose. 

Al mattino comunque passo del tempo vicino alla grotta della Madonna dove c’è gente che discretamente viene a pregare e verso sera mi siedo a qualche metro fuori dell’ufficio su una panchina lunga. Cosi permetto a qualche persona di avvicinarsi ma a distanza. E’ imbarazzante non potere gestire incontri né darsi una stretta di mano ma anzi invitare l’altro alla “distanza”. Sembra essere diventati nemici. Non andiamo nei quartieri a dare sacramenti ma confidiamo negli animatori di quartiere. A chi si avvicina all'ospedale gli si fa lavare le mani con cenere, buon disinfettante rurale. Si fanno distanziare le persone in attesa agli sportelli. 

Le celebrazioni del Triduo pasquale saranno in forma ridotta e trasmesse attraverso due vecchi megafoni posti sul tetto della chiesa. Viviamo un certo rischio ma confidiamo anche in Gesu’ Cristo che vogliamo celebrare come il Signore dei vivi e dei morti. Chissà cosa vuole Dio Padre farci capire attraverso questo disastro umanitario 

Attualmente al mattino sorveglio la produzione di olio di palma. Ci lavorano spesso 2/4 persone. Abbiamo un centinaio di palme a 150m da casa cioè dietro l’ospedale. Altro tempo lo passo leggendo chiuso in ufficio da solo. 

Buona Pasqua 

vostro Padre Franco Barin                     Missione di Mungbere, il 07-04-2020 RDCongo