lunedì 22 giugno 2015

Diario


Dondi-Watsa, venerdì, 19 giugno 2015.

Eccomi in un’altra parte del Congo. Dopo un viaggio di 10 ore in un grande bus abbastanza scassato eccomi sbarcato nella città di Watsa. Ormai era notte, erano le 19. Dopo poco arrivò padre Romano Segalini che era già in giro a fare spese e in velocità caricammo le valigie.

La schiena aveva cominciato a farmi male. Pur essendo seduto nel bus al primo posto davanti sentii molti colpi dovuti alle buche della strada non asfaltata. Il bus appartiene ad un uomo dall’aspetto semplice ma capace che aiutato dalla spiritualità del Movimento del Rinnovamento cattolico (carismatici) ha saputo mettere in piedi una società di trasporti di persone. Autista e assistente erano molto gentili e rumorosi. Era la prima volta che viaggiavo in bus in Africa. Al tempo della colonia belga c’erano belle strade e i bus erano diffusi. Ho percorso un tratto di strada attraversando una decina di posti di blocco militari. Infatti si tratta di un territorio dove sconfinano i ribelli ugandesi e passano molti camion militari dell’ONU. Militari ONU indonesiani curano alcune strade strategiche.

Ora abito su una collina di 900m in mezzo alla campagna a 8 km dalla città Sono in un villaggio di forse 5000 abitanti. Vivo con due confratelli italiani: Egidio Capitanio, di 75 anni di Iseo e Romano Segalini di 73 di Piacenza. Loro sono qui da 15 anni e hanno fondato un centro pastorale in aiuto alle parrocchie della regione per seminari di formazione. Hanno costruito degli edifici scolastici e un piccolo ospedale ma senza medico fisso.

Ora il mio ruolo sarà soprattutto di fare comunità con loro e essere più attento all’assistenza di alcuni villaggi fino a 20 km lontano. Ci consideriamo non parrocchia ma “missione”o “quasi parrocchia”. In casa usiamo luce a 12 volt ma presto e forse a metà settembre riusciremo a mettere in funzione una piccola vecchia turbina comperata di seconda mano nel bergamasco. Egidio cura un bell’orto e diverse bestioline come pecore, conigli, anatre e maiali. Oggi abbiamo mangiato carne affumicata di una specie di daino. Puzza un po’ di selvatico ma non disturba.

Vediamo il sole sorgere alle sei del mattino come una bella palla rossa dietro alle colline. Il verde è intenso. L’umidità è maggiore che dov'ero prima a Dungu. Durante la notte si vedono i bagliori di luci della città mineraria di Durba lontana forse 8 km. Una società sudafricana ha messo le mani su un giacimento di oro immenso. Quella ricchezza potenziale non ha riflessi o quasi sulla vita locale. La gente locale ne vede che le briciole.

Grazie ai Comboniani è nato un Centro Pastorale zonale.


Padre Egidio Capitanio sa fare tante cose.


Al sabato si preparano le letture della  domenica.


Coi bambini della cuoca.


Adolescenti del convitto Comboni: loro si fanno la  cucina.




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