lunedì 26 ottobre 2009

Note sparse da Isiro


La Domenica delle Missioni è passata ma LA MISSIONE CONTINUA. Vi ho mandato una foto scattata davanti all’altare della nostra chiesa parrocchiale, Sainte Anne. Ho dato in mano ad alcuni bambini un libretto, LA BIBBIA DEI BAMBINI. E’ scritto in modo semplice e sintetico. E’ un’opera finanziata dall’associazione tedesca, “Aiuto alle Chiese dell’est”. E’ un testo che aiuta non solo i bambini ma anche chi si avvicina al testo sacro per la prima volta e non ha grande cultura. Sono stato la settimana passata cinque giorni in foresta in un settore a me nuovo per aiutare la parrocchia di Nangazizi, confinante,che da un anno è senza preti e suore africani. I cristiani mi hanno accolto con molta gioia e mentre passavo in moto sentivo grida di gioia e sbracciamenti di saluto.

Ero accompagnato da una guida di comunità cristiana del primo villaggio confinante, dove già feci visita un mese fa. Arrivavo ogni sera verso le 17h30. Molti bambini erano curiosi di vedermi anche perché da anni non passava più un missionario bianco. Alcuni di loro avevano paura ad avvicinarsi a darmi la mano. Ho passato molte ore, sia al mattino che alla sera seduto nella “veranda” dal tetto di foglie ad intrattenermi con la gente che veniva a salutarmi. Verso le 21h mi offrivano da mangiare e poi mi ritiravo e mi chiudevo nella casetta di fango a volte fresco! Al mattino restavo a letto fino alle 6h30 anche se la gente già alle 5h45 era in piedi a causa della luce solare che dà inizio alla giornata; poi andavo in chiesa a sedermi e a pregare davanti al crocifisso,legato ad un legnetto con delle fibre vegetali. Quindi verso le 7h pregavo in lingala con l’aiuto di di un libretto e con alcuni collaboratori. La messa era programmata spesso verso le 11h. La gente è molto lenta nel fare le sue cose. Non ha fretta. L’orario è qualcosa di approssimativo.
 
Io cerco sempre di fare di ogni incontro e discorso con le persone qualcosa di costruttivo. Cerco di valorizzare le loro qualità e stimolare ad unire i “talenti” invece di sotterrarli. Tutti nella loro povertà sono ricchi e hanno almeno un “pane” o “pesce” da lasciare benedire e mettere in comune.
 
Il mio safari era cominciato con un incidente di moto su un tratto scivoloso, dove il sole non entra mai. Credevo di annullare il viaggio ma mi hanno incoraggiato e dopo due km ho trovato un piccola casetta in fango dove un giovane infermiere mi ha cucito cinque cm di pelle,tagliata in modo netto dalla barra di direzione della moto. Era la pelle del ginocchio destro. Il ferro aveva sfiorato la rotula. Il sangue usci poco. Il giovane,un po’ emozionato a curare uno straniero, è stato bravo. Mi ha chiesto per fattura come due euro. Gli ho regalato un esemplare della nostra rivista missionaria africana in francese. E’ l’unica rivista che gira un po’ tra la gente della città. La proponiamo come formazione permanente in tutti gli ambienti sociali. Ripeto spesso che l’intellettuale non è colui che ha un titolo di studio ma colui che si coltiva nella lettura. Non c’è la cultura della lettura. Ma c’è comunque voglia di apprendere;specie per avere un titolo scolastico.
 

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