mercoledì 12 dicembre 2007

Il Natale si avvicina




Deforestazione
Lentamente anche nella nostra parrocchia i grandi e secolari alberi, scompaiono a profitto di alcune persone. La nostra parrocchia si estende per 100 km in direzione OVEST-EST. Ci sono tre famiglie regnanti in modo ereditario che vantano alcuni diritti sul territorio come quello di dare autorizzazione di abbattere alcuni alberi di grande taglia e valore richiesti per la loro durezza per le costruzioni; essi non sono molti. Molti altri alberi vengono abbattuti per fare spazio al piccolo campo del piccolo contadino e ridotti in pezzi a legna da ardere oppure ne fanno carbone di legna, piu' facile da trasportare in città su una bici dentro un sacco e meglio remunerato.
Ogni anno la gente cerca un pezzo di foresta da disboscare per piantare il riso. Dopo il raccolto di esso piantano i fagioli che richiedono poca acqua e sopportano la stagione secca. Non usando concimi fanno ruotare le colture e poi abbandonano il campo per degli anni. Il territorio non è molto popolato e quindi possono permettersi quello che le tribu' dei Grandi Laghi non possono fare: lasciare la terra incolta. Qui siamo nel bacino della grande foresta equatoriale dell'Africa a 800m di altitudine. Il clima è umido ma adesso, tempo della secca, è piu' salutare.

Il Natale si avvicina
Non c'è nessuna poesia, musica, decoro natalizio che faccia pensare alla nostra festa religiosa. Solo in chiesa la gente al vedere i paramenti viola puo' chiedersi il perché di essi e allora capire che siamo in Avvento. 
Non ci sono vetrine natalizie o luci intermittenti. Sono impensabili. Nelle chiese metteremo la statua di Gesu' Bambino su una cesta larga e bassa davanti all'altare. Ricordo spesso alla gente nelle mie riflessioni che un "cielo nuovo e una terra nuova" sono là dove c'è un cortile di una famiglia che accoglie i valori cristiani, portati da Gesu' Bambino. Loro si lamentano spesso di furti agricoli e di mancanza di rispetto della parola data quando si prestano dei soldi o delle cose.
Non mi sento solo ma con voi nel cuore che mi sostenete a distanza e con me
la Chiesa Locale. Essa è sempre piu' africana. I missionari stranieri, europei sono sempre meno. Essi vengono rimpiazzati dalle vocazioni religiose del Sud, anche Comboniane.
Tra noi c'è padre Jacques, confratello congolese, che andò in Colombia a fare la
sua prima esperienza missionaria, fuori della Patria. Ora segue da vicino le vocazioni comboniane e la pastorale giovanile della città.
La nascita del Messia è la nascita di un uomo nuovo, come di una stella che illumina piu' della luna i nostri passi nella notte dell'umanità. Apriamogli il cuore, diamogli tempo.
VIENI SIGNORE GESU' anche in Congo Rd, terra straricca ma dove la gente stenta a vivere.
La poca stampa che arriva la leggo a tappe e con interesse. Mi sento bresciano. Ho passato cinque anni tra voi molto intensi e ricchi di incontri belli. Auguri vostro p.FRANCO BARIN

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