martedì 11 dicembre 2007

Vita quotidiana



30.10.07: Stamani sono uscito a piedi con Madeleine a visitare cinque cortili dove ho incontrato delle donne ammalate e un giovane handicappato. Ho confessato alcune e dato la Eucarestia a tutti. Cammin facendo mi sono intrattenuto con molti bambini, giovani, adulti e anziani.  
Sono stato nel settore del Centro di ascolto, Nsele na 2, sulla parte alta della nostra collina. Il quartiere è abbastanza abitato. Ho visto qualche rara casa in fango ma con tetto in lamiere e molto arrugginite. Tre case erano solide sia come tetto, in lamiera, che come muratura, con fondamenta in pietra.  
La maggioranza delle abitazioni sono in fango e tetto coperto con foglie.
Ogni anno sono da aggiustare. Il quartiere è squadrato abbastanza bene. L’acquitrino limitrofe rende malsano parte del quartiere. Alle 11 sono arrivato a casa ma senza accompagnamento.  
La gente è gentile e contenta di salutarmi. Mi vedono come il padre spirituale ma anche come il ricco che deve aiutare in qualche modo.

Oggi, giovedi primo novembre. In Congo RD, celebriamo la giornata dei “Tutti Santi” domenica prossima. Sia oggi che ieri un gruppettino di adulti ha sarchiato la terra intorno a tante tombe , molte di esse coperte dalle erbe, alte anche due metri.  
Si tratta del cimiterino, lontano 200m dalla nostra chiesa parrocchiale e lungo una strada cittadina di grande passaggio. Domani mattina presiederò la messa della solita ora, 6h15 e, dopo la Comunione, usciremo in processione fino alle tombe dove leggerò delle brevi preghiere e poi darò una benedizione con l’acqua sulla fila di tombe per 200m lungo la strada.  
Inaugurerò il nuovo altoparlante portatile che comperai in Italia un anno fa e che mi costò 550 E.  
E’ potente e funzionale. L’ho provato di nuovo stamani. Ricordo che quando ero piccolo andavo a pregare la messa al cimitero del mio villaggio, accompagnato da mio padre e lungo il viale del cimitero c’era chi vendeva delle grosse profumate castagne, arrostite sulle brace. Erano saporite. E che profumo nell’aria. Il cielo me lo ricordo scialbo e freddo. Provavo un senso di tristezza, ma esse mi rallegravano e mi attiravano. La venerazione verso i defunti a preso valore in questo ambiente grazie al messaggio cristiano. La morte e la sofferenza sono visti ancora da molti come un tabù e una maledizione.
Ieri mattina, verso le 9h una mamma mi ha accompagnato a dare il Battesimo e la Prima Comunione ad un giovane che forse aveva 25 anni. Si chiama Gérard. E’ ammalato da mesi; non si alza più e stenta ora a parlare. Da mesi una donna lo istruiva alla fede cristiana.  
Ci sono tante persone ammalate che non hanno i soldi sufficienti per farsi curare. Provo un senso d’impotenza (01.11.07).

Oggi, venerdi due novembre, ricordiamo tutti i defunti. 
Alla messa c’erano circa un centinaio di donne del gruppo “Donne sole con Gesù”. Tocca a loro animare i canti e leggere la prima lettura, ogni venerdi. Oggi è anche il primo venerdi del mese nel quale loro passano la mattinata insieme qui al centro. Sono tutte del quartiere della chiesa nostra.

Cantando siamo andati numerosi al cimitero più grande, distante 300m. In Italia tutti i cimiteri sono chiusi dentro una cinta. Qui la gente scava la fossa senza nessun piano di sviluppo cimiteriale. Molte tombe erano state liberate dalle alte erbe solo ieri, grazie alla buona volontà del movimento Legio Mariae delle due parrocchie: la nostra e quella confinante, Saint Rosaire. Il gesto del prete che benedice le tombe è molto apprezzato. E’ un atto per alcuni quasi di magia di allontanamento del male che il parente dopo morte può inviare e pure di aiuto alla purificazione spirituale del defunto.  
Il mio nuovo altoparlante portatile è una cannonata. Ora il tempo è nuvoloso. Stamani faceva caldo. Il clima è buono. Sia oggi che ieri sono giornate lavorative e di scuola.

Oggi, mercoledi sette novembre. Ieri mattina sono stato accompagnato a benedire un altro cortile con casetta e hangar per la cucina e provvisoriamente sala ospiti. Si tratta di una giovane famiglia con due figli. Ho consigliato di fabbricarsi una croce come segno di protezione e presenza divina da appendere nella casetta. Loro vi entrano solo per dormire ma essa essendo rettangolare vi entrano anche nella parte centrale di essa per intrattenersi. 
Sabato 10 novembre 2007. Ieri sono stato a visitare il villaggio Dobonamoko, lontano 35’ di moto, cioè 6km. E’ un percorso tutto in foresta con un piccolo ponte da passare. C’era molto fango sul percorso. Ho chiesto aiuto, nel ritorno, a due giovani uomini per spingere la moto sopra dei sassi e dei tronchi del ponticello. C’era un dislivello di 40 cm. 50m di sentiero ripido dai due lati precedono il ponte. Anni orsono il sentiero era percorribile da piccoli camion. Senza manutenzione lentamente le strade spariscono e i ponti un ricordo. Intorno alla chiesetta, da alcuni anni esiste un povero presidio sanitario, dove ogni tanto un infermiere visita i pazienti. Esiste solo una casetta con alcuni letti di canna di bambu’ e una capanna senza muri per cucina.  
I bambini frequentano il centro scolastico elementare protestante a 3km. Sono arrivato là alle 9h30 e sono ritornato in comunità alle 16h30. Lungo la strada saluto molte persone; alcune di esse fanno dei bei sorrisi. Altre si ritirano tra le erbe alte due metri per lasciarmi passare, sparendo quasi tra la vegetazione. In questo viaggio mi sono infilato sopra i jeans dei pantaloni in plastica gialli che coprono anche gli stivali bianchi. Quando arrivo a casa sono spesso bene imbrattato di fango. Una volta liberato il bagagliaio e slegata la valigetta che protteggo dentro un sacco in nylon e poi in un sacco di yuta, allora mi avvicino ad un fusto, pieno di acqua piovana del cortile, (3m di grondaia raccoglie l’acqua del tetto) e lavo sommariamente sia gli stivali i pantaloni che la moto con l’aiuto di secchiate. Ogni mese programmo circa 12 giornate di uscite nei villaggi.

Venerdì, 23.11.07. Sono le ore 9.30. E’ molto scuro. Presto pioverà. Ieri invece ho visto l’aurora. Erano le ore 5,45. Dei luminosi veli rossi erano nel cielo. Durante la messa delle 6.15 (in Europa sono le 5.15) il sole come una palla rossa già alta, sopra il finestrone della nostra navata centrale illuminava una parte dell’altare e abside. La luce forte e colorata del mattino spiega anche la vivacità del popolo africano: un mattino luminoso infonde tanta energia sia nel corpo che nello spirito.
In visita ad un villaggio con la fedele motocicletta

1 commento:

  1. La data degli appunti di vita è retrodatata perchè il blog è nuovo di...giornata.

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